15 febbraio 2014

Tipofilia

RICEVO DA UN AMICO l'invito ad un evento che stava promuovendo. Apro il pdf e rimango subito ammaliato dall'aspetto rétro della locandina. Ricordava il frontespizio di un libro di fine Settecento.

Analizzo il pdf per vedere il font utilizzato (IM Fell, ispirato a caratteri utilizzati ad Oxford nella seconda metà del Seicento), scopro che è di pubblico dominio e leggo tutte le spiegazioni che ne dà il suo ri-creatore.

Qualche giorno dopo, pensando alla possibilità di farne un post qui, riapro il pdf. Stavolta noto con dispiacere alcune imperfezioni: chi lo ha disegnato ha evidentemente preso l'immagine di una vecchia stampa e vi ha sostituito il testo all'interno. La cornice è meno definita e più grigia del testo (orribilmente nero): accidenti, poteva fare più attenzione! Non posso più guardare la locandina... sono costretto a cancellarla dal mio pc.

Passa ancora qualche giorno, e mi chiama l'amico della locandina, chiedendomi se pensavo di partecipare all'evento. Quale evento? Mi accorgo così che, dopo ben due sessioni di attento esame della locandina, non ne avevo letto nemmeno una parola!

Ecco, se succede anche a voi, si chiama Tipofilia, conta molti contagiati (più gravi di me, mi consolo) e molti siti. Sintomi tipici sono: guardare il carattere invece di leggere il testo, ingrandire una singola lettera per osservarla meglio, dedicare più tempo a impaginare un testo di quanto se ne impieghi a scriverlo. Temo di esserne affetto. In questo momento mi si azzerano i neuroni ogni volta che contemplo il font Harriette (di cui vi ho riportato un campione).

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