Un ragionamento che ho trovato in Maurice Nédoncelle.
Bisogna premettere che quando si ama una persona si desidera tutto il bene possibile per lei. In ultima analisi si desidera la sua perfezione e la sua confermazione nell'essere. Questo è pensiero comune.
Nédoncelle nota che ciò che mi perfeziona come persona è l'amore corrisposto. L'altro fa quel che può per contribuire al mio perfezionamento e io accolgo i suoi interventi perché reso ben disposto dal mio amore.
Ora però, c'è da dire che gli altri, essendo limitati, di fatto possono fare poco per il mio perfezionamento, e praticamente nulla per la mia confermazione nell'essere. Che fare? Moltiplicare le relazioni di amore reciproco aiuta, ma ci vuole qualcosa di radicalmente superiore.
Qui la conclusione: la perfezione della personalità si raggiunge amando Dio (cioè corrispondendo al suo amore), che ci rende aperti alla sua azione perfettiva verso di noi.
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