13 agosto 2007

Buoni e cattivi

Mi ricordo che tanto (ma tanto!) tempo fa, più o meno ai tempi del liceo, ero molto propenso a dividere il mondo in buoni e cattivi. Suppongo che sia una malattia della crescita per la quale passiamo tutti. Nello studio questo significava che i "cattivi" erano anche stupidi, insignificanti, indegni di attenzione.
Mi sono ricordato di questo perché sto ripassando un po' di filosofia contemporanea (ho sotto mano solo il Vanni Rovighi dell'università e il Reale - Antiseri del liceo) e sono deliziato dalle tante cose belle che si possono trovare in tutti gli autori, anche in quelli più lontani dalle mie convinzioni. Ci sono momenti in cui mi sento proprio privilegiato di trovarmi in compagnia di menti così elevate (come diceva... chi lo diceva, Seneca? non ricordo più).

Di questa mattina è un pensiero di John Stuart Mill, di cui non condivido l'idea troppo individualista di libertà, ma che dice anche molte cose giuste e sempre con un'acutezza invidiabile. Ecco il pensiero:

«Lo Stato che tende a indebolire il valore degli individui per farne dei docili strumenti dei suoi progetti (anche se miranti a scopi buoni), s'accorgerà ben presto che non si possono realizzare grandi cose con piccoli uomini».

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