22 ottobre 2007

Quel Paradiso perduto...

Riporto un commento di Sofrosyne (che ringrazio) al post sul Paradiso perduto. Appena ho un po' di tempo vorrei sviluppare l'argomento, intanto posso soltanto dire di essere d'accordo con lui, in particolare sull'Ainulindalë (e grazie per averlo scritto con la dieresi, come si deve). L'idea di Papini è bella e affascinante, ma non pretende di essere vera... Purché non diamo la colpa al traffico!

Riconosco una bella immagine, però mi trovo un po' in difficoltà ad accettare che ogni disastro naturale, sofferenza non imputabile al peccato dell'uomo in maniera diretta (malattia, dolori del parto, fatica, ...) sia un velo sui nostri occhi. Ovvero che non siano 'reali' ma solo una 'cattiva interpretazione' della realtà.

Il mondo che conosciamo è un ricordo di quell'idea originale che Dio aveva per noi: ogni cosa buona e bella di questo mondo (e sono moltissime) sono riflesso di quella bontà e bellezza che riconosciamo di Dio. Ci parla di Dio, come dice anche il Salmo 19 con parole molto più belle delle mie. Tutto ciò che invece c'è di male, (a parte quella direttamente imputabile ad azioni umane) come gli esempi che citavo prima, sono invece segno che questo mondo è la storpiatura di un idea originale. Il Peccato Originale è l'origine di quella storpiatura. Il Paradiso terrestre è la idea originale.

Ogni idea di velo è sempre indice di un allontanamento dalla realtà: il peccato pone un velo tra noi e Dio, se è vero che tolto il velo potremo vedere la bontà e grandezza di Dio, non ci può negare la realtà delle moltitudini che soffrono. Con i Suoi occhi, además, potremo vedere il volto dei nostri fratelli. E tendere la mano, come ha fatto con noi. Tolto il velo, non vedremo il nostro mondo come il Paradiso, ma vedremo con gli occhi di Dio. Il mondo si rivela nella sua interezza, buona e cattiva. Ma finché dura il Tempo, la storpiatura rimane. Solo quando terminerà il Tempo, Dio rigenererà ogni cosa, 'nuovi cieli' 'terra nuova' (Is 65,17; Is 66,22; Pt II 3,13; e altri probabilmente?).

Non è un'idea mia, ma che condivido. Se vuoi una bellissima immagine, la mia preferita e una tra le più commoventi immagini della creazione, leggi l'Ainulindalë, il primo capitolo del Silmarillion, Tolkien. È probabile che lo abbia già letto. Lì, in maniera molto poetica, viene descritta la creazione del mondo. Mi pare, mutatis mutandis, una bellissima interpretazione della creazione.

Sofrosyne

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