OGGI, DOMENICA della Divina Misericordia, vorrei fare alcune considerazioni sul perdono.
1. Si perdona il colpevole. Se è innocente, se non lo ritengo colpevole, non è questione di perdonare. Dio guarda in faccia la nostra colpa, non distoglie lo sguardo, non finge di non aver visto: con la stessa attenzione del medico conosce fino in fondo il male che c'è in noi... e lo perdona.
2. Perdonare non è dimenticare. Se dimentico meglio per me, ma se mi torna in mente l'offesa devo continuare a perdonare. Quando perdoniamo dobbiamo metterlo in conto: il perdono è un atto che si prolunga nel tempo, tutte le volte che la nostra memoria lo richieda. Dio perdona per sempre, non ritorna sulla sua decisione, non rinfaccia e non tiene il conto.
3. Perdonare non è scusare, giustificare, attenuare. Questi sono fratelli minori del perdono, ma se mi convinco che chi mi ha offeso non l'ha fatto apposta, non voleva, è in un momento difficile... tutto molto bene, ma sto evitando di perdonare. Gesù dalla croce vede tutta la malizia degli uomini, vede mali scusabili ma vede anche molti mali inescusabili, e accetta di morire per ottenerci il perdono.
4. Il perdono dà vita. Con la colpa si può solo sopravvivere, rifugiandosi in una bugia su noi stessi. Il Signore ci permette di affrontare le nostre colpe e, con il perdono, tornare a vivere nella verità. Vivere da colpevoli è molto difficile, vivere da perdonati è un'altra cosa. Per questo san Paolo parla del perdono di Dio come di una risurrezione.
Oggi siamo invitati a renderci conto che la Misericordia di Dio è una cosa grossa. Rallegriamoci e impariamo, perché lui ci ha detto «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro» e noi, accettando l'invito, abbiamo ripetuto mille volte: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
1 commento:
L'ho copiato, attribuito a questo blog e corredato da un'immagine. Grazie in anticipo!
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