07 gennaio 2012

Apologisti... per chi?

PARLANDO ANCORA CON L'AMICO professore sulla carenza di apologisti per il nostro tempo (ho controllato il vocabolario: apologeti mi suona meglio, eppure temo che apologisti sia la parola giusta), ci dicevamo che non si tratta più soltanto di discutere con i detrattori della fede, si tratta anche, e con maggiore urgenza, di mantenere un grado sufficiente di salute "spirituale" nelle coscienze di tanti cristiani che per primi non sanno più darsi risposte alle tante obiezioni che sentono continuamente.

Crediamo, sì, ma non sappiamo più spiegarci perché mai dovremmo andare a Messa la domenica, perché non dovremmo convivere in attesa di poterci sposare, perché la Chiesa ce l'ha tanto con i preservativi, come funzionano le finanze del Vaticano... Con così poche idee in testa, come possiamo evitare di andare in crisi di fronte a qualsiasi polemica? Una soluzione personale può essere quella ideologica: so di stare dalla parte della ragione, quindi tu, interlocutore, hai torto comunque e in ogni caso e se non ti sottometti alle mie convinzioni sei anche cattivo. Per alcuni funziona ma non mi sembra bello e nemmeno cristiano.

Ripenso ancora alla scena dall'intellettuale ospite del talk-show che sciorina i suoi risibili argomenti e immagino più di un cristiano davanti allo schermo che, invece di ridere o di infuriarsi, avrà pensato qualcosa tipo "Già, come la mettiamo? Anche lui ha le sue ragioni, e vedi che nemmeno il padre Tizio ha saputo rispondergli?" Se non sviluppiamo dentro di noi il nostro piccolo apologista diventiamo come quei malati cui mancano le difese immunitarie: la più piccola infezione può scatenare situazioni disastrose.

Allora mi domando: cosa ci vuole per formare tutti i cristiani ad una cultura apologetica?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti seguo fedelmente anche se non rispondo ai tuoi post molto spesso.

Ti chiedo il permesso di pubblicare un commento "anonimo" perché, anche se l'argomento è delicato e spesso mi addolora tornarvi col pensiero, penso possa essere d'aiuto a qualcuno.

Dunque, leggendo il tuo post mi sono messo a riflettere su una tua affermazione: "perché non dovremmo convivere in attesa di poterci sposare.."

Le ragioni le ho sempre avute, infatti sia io che la mia signora siamo arrivati illibati alle nozze.
Il dramma è cominciato dopo perché per tre anni non siamo riusciti ad avere un rapporto intimo, per via di un problema di lei dovuto alla sua rigida educazione.

Ciò nonostante, dopo un anno di matrimonio è rimasta incinta e io sono stato felice e distrutto allo stesso tempo. Lei non se l'aspettava (figurati io!!) e ha cominciato a respingermi spaventata andando a stare tutto il giorno a casa di sua mamma per diversi mesi, lei diceva per via delle nausee che le impedivano di cucinare, e ci trovavamo solo alla sera... immagina tu in che condizioni potevo essere. Aggiungi che in mezzo ho avuto un infortunio sul lavoro che mi ha messo a casa per tre mesi immobilizzato agli arti della parte sinistra, costretto mio malgrado a farmi assistere..e mia moglie non era mai con me, o quasi. Aggiungi che per il mio 30mo compleanno l'ho supplicata di restare a casa con me e lei è partita per il mare con i suoi per una settimana.. immagina come mi sono incattivito. Sono stato veramente molto, molto arrabbiato con Dio, oserei dire incazzato. Il pensiero che mi sosteneva almeno un poco era Gesù crocifisso, ma mi sentivo così debole che spesso la tenebra prevaleva. E gli amici non sempre potevano aiutarmi, anzi molto molto poco.. essendo estate erano tutti in giro per il mondo.

Scusa se mi sono dilungato, ma questo è solo un assaggio della storia.. saltando alla morale della favola, da allora il mio giudizio su chi va a convivere è rimasto chiaro, ossia che è un errore, una specie di "provo la lavatrice per vedere se è difettosa poi casomai la compro"(solo cha la donna-l'uomo non sono elettrodomestici!!)

In me però dalle mie esperienze qualcosa è stato demolito. Sento la mia fede molto più debole, fatico a stare attaccato alla Scrittura, mi sa insomma che sono ancora arrabbiato con Dio e fatico ad accettare che la realtà sia positiva anche in una circostanza simile. Ho forse sbagliato a sognare troppo su come sarebbe stata la vita da sposati? Comincio a pensare che l'errore mio sia qui, perché del rapporto di coppia che sognavo c'è molto poco, e assai lunga è la strada che vedo davanti a me per ricostruire quanto è andato perso. Fatico sebbene sia chiaro il giudizio teorico, a pensare che la convivenza possa essere una cosa così negativa. Non potrei dire serenamente le cose come stanno a qualcuno che mi chiedesse un parere. Quanto meno aggiungerei: almeno verifica che tua moglie ti desideri anche fisicamente e non ti respinga quando le chiedi un bacio!! (Sai da fidanzati quante volte è successo, e io sorvolavo perché "percepivo" che era quella giusta per me...)

Mi sento come se Dio mi avesse chiesto di sacrificarGli il mio desiderio più grande: una vita intima serena e appagante. Ci sono ancora moltissimi problemi, molto grandi, in materia. Continuo a pregare per un miracolo.

Scusa per lo sfogo, molto poco meditato e riletto..ti chiedo una preghiera e, se puoi, una parola che possa farmi compagnia sul cammino. Spero non sia troppo fuori luogo

Grazie.

Don Mario ha detto...

Avevo scritto un commento lungo, ma l'amato computer lo ha cancellato al momento di postarlo. Segno forse che dovevo essere più sintetico. In fondo davanti a drammi come il tuo qualche parola ci vuole per dimostrare che ti siamo vicini, ma di più sarebbero soprattutto chiacchiere.

Mi restano due idee. La prima: tu hai trovato la croce della tua vita, ma tua moglie (che più o meno consapevolmente già aveva la sua) ha trovato in te la sua benedizione. Quante persone l'avrebbero scaricata senza esitazione prima o dopo il matrimonio! Quante probabilità aveva di restare sola, frustrata e magari con un matrimonio distrutto alle spalle... e invece ha te. Il suo problema ora è il vostro. Mi unisco alle tue preghiere per il miracolo, ma uno è già avvenuto nella sua vita e forse un altro nel tuo cuore. Chissà.

Seconda idea. Mi piace vedere che nonostante tutto mantieni la tua opinione sull'inopportunità delle esperienze cosiddette prematrimoniali. Conosco persone che con grande superficialità dichiarano: "Chi lo fa condanna al fallimento il suo futuro matrimonio, chi invece fa le cose per bene... saranno tutte rose e fiori". Troppo semplice! Troppo comodo dividere il mondo in bianco e nero (e in buoni e cattivi): la vita è immensamente più ricca e complessa. Arrivare vergini al matrimonio rimane la cosa più bella, ma per motivi che quelli del bianco e nero forse non capiranno e non gusteranno mai. Nemmeno nella prova.

Mi ricorderò di te, e di pregare per voi, ogni volta che dovrò spiegare queste cose.

(E se questa è la risposa breve, figurati come era la lunga!)