29 gennaio 2012

C'è bianco e bianco

AMMIRO CHESTERTON per la sua vulcanica capacità di esprimere idee con immagini. Non so se si sia mai pronunciato su Caravaggio, però me lo ha fatto venire in mente leggendo una pagina di Tremendous trifles ("Tremende bazzecole", già nel titolo c'è tutto Chesterton).

Racconta che un giorno, preso da vena artistica, si armò di carta da pacchi marrone e gessetti colorati. Raggiunto un luogo di suo gradimento si apprestava alla sua opera creativa quando si accorse di una gravissima dimenticanza: la sua raccolta di gessetti colorati non includeva gessetti bianchi! Logico, perché il bianco non serve per disegnare su carta bianca. Già, ma su carta marrone invece ci vuole. Piccola (ri-)scoperta: il bianco è un colore! Un colore ben preciso che un pittore distinguerebbe in tante sfumature diverse. Il bianco non è assenza di colore.

Per questo mi sono ricordato della Deposizione di Caravaggio: ogni volta che la rivedo alla Pinacoteca Vaticana (privilegi di chi sta a Roma) rimango ipnotizzato dal bianco del sudario e del velo della Madonna. (Purtroppo la riproduzione digitale rende poco l'idea, dovrete venire a vederla dal vero!)

Chi a questo punto si stesse chiedendo "Embe'?" dimostrerebbe di non conoscere Chesterton: quando lui parla per immagini dietro c'è sempre un'idea. In questo caso propone una considerazione morale: "essere buoni" non è astenersi dal male, così come il bianco non è uno spazio lasciato senza colore. Fare il bene è un'azione positiva, impegnativa, che richiede virtù. Chi si sente soddisfatto potendo dire di sé "Non faccio male a nessuno" si senta provocato: quasi un secolo fa (era il 1909) Chesterton affermava che chi non si impegna positivamente a compiere il bene non è buono, tutt'al più è solo spazio vuoto.

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