13 febbraio 2012

Fino in vetta

ERA PIÙ di un anno fa. Passeggiavo in montagna con un serissimo e profondissimo professore di teologia. Mi spiegava come fede e filosofia sono scalatori che puntano alla stessa cima da sentieri diversi. Solo quelli che arrivano molto in alto possono sperare di incontrare gli altri e quando succede... che sorpresa!

Mi è tornato in mente leggendo un brano di C.S. Lewis, uno che è arrivato alla fede seguendo la pista della riflessione filosofica. Si coglie un po' dell'emozione dello studioso quando si accorge che quell'idea del divino su cui sta riflettendo, magari da molto tempo, è proprio Lui!

Nei paragrafi precedenti dice che il Dio vero può presentarsi come una sorpresa inaspettata, come uno strattone alla lenza del pescatore o un respiro alle tue spalle nell'oscurità.
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Un "Dio impersonale" — molto bene. Un Dio soggettivo, tutto bellezza verità e bontà, interamente compreso nelle nostre teste — ancora meglio. Una forza vitale informe che emerge attraverso di noi, un potere immenso con cui entrare in contatto — meglio di tutto.

Ma Dio stesso, vivo, che tira all'altro estremo del filo, magari che ti viene incontro a velocità infinita, il cacciatore, re, marito — questa è tutta un'altra questione.

Viene il momento in cui i bambini che giocano ai ladri si zittiscono all'improvviso: era un vero rumore di passi quello che veniva dall'ingresso? Viene il momento in cui quelli che hanno giocato con la religione ("L'uomo alla ricerca di Dio!") all'improvviso si tirano indietro. E se lo avessimo trovato? Non pensavamo di arrivare a questo! E, ancora peggio, se fosse Lui che ha trovato noi?

È una specie di Rubicone. Uno lo attraversa; oppure no. Ma se uno lo fa non avrà garanzie contro i miracoli. Può succedere di tutto.
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C.S.Lewis, Miracles, cap. 11

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