08 giugno 2014

Rugby e matrimonio

MIA SORELLA ha inviato questa foto ai suoi figli. Una torta nuziale dove lo sposo, in una tenuta da rugby/matrimonio corre con la palla sotto il braccio, mentre la sposa tenta di fermarlo con un placcaggio.

L'allusione è chiara: i due figli maschi sono entrambi stabilmente fidanzati da anni e ancora nessun matrimonio in vista...

La foto mi è rimasta alla vista per diversi giorni, finché la conversazione su WhatsApp non l'ha fatta scorrere verso l'oblio, così mi ha dato tempo di pensare che, aldilà dello scherzo, c'è una grossa differenza tra rugby e matrimonio.

Il giocatore di rugby corre verso la meta, nome non casuale: anche in inglese goal vuol dire meta, obiettivo. Nel calcio il goal non è stato tradotto, italianizzandolo solo un po' in "gol". Forse non si è tradotto perché il calciatore non deve raggiungere lui la porta, ma lanciarci dentro il pallone, così la porta non è propriamente una meta per il calciatore; casomai un bersaglio. In questo il rugby è una metafora più attinente alla vita: ci ricorda che è difficile raggiungere i nostri obiettivi, sembra che il mondo cerchi di sbarrarci il passo o, almeno, di trattenerci (fortuna che ci sono i compagni di squadra...). Più è difficile da raggiungere più la meta richiede determinazione e lotta; ma più grande è la soddisfazione di raggiungerla.

Ma se passiamo alla torta nuziale, lo sposo in fuga non corre verso nessuna meta! Sta solo scappando. Ha paura di rimanere vincolato, di perdere la sua libertà. Ed è vero: se mi lego sono meno libero. Ma se non ho una meta da raggiungere, a che mi serve essere libero? E se poi la meta richiedesse proprio quel legame per essere raggiunta? Sarebbe come scappare dai propri compagni di squadra! Difficile vincere, così.

Il matrimonio esiste per un obiettivo, quello di costruire una famiglia fondata sul sostegno reciproco e stabile dei due coniugi. Fuggire (eccetto se si è certi di stare con la persona sbagliata, ma allora perché ci stai?) è condannarsi a legami sempre incerti e, soprattutto, rinunciare a quella grande avventura che è costruire una famiglia.

Il giocatore di rugby raggiunge la meta e guadagna punti. Lo sposo in fuga continuerà a correre, e quando avrà staccato tutti alla fine potrà solo godersi la "libertà" di essere rimasto solo.

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