MI HANNO SEGNALATO le video lezioni per genitori dello psicologo Paolo Ragusa (trovi qui l'elenco completo). Io ho solo visto quella che vi riporto a lato e mi ha colpito un concetto.
Parla dell'adolescenza come di una seconda nascita, e in effetti in quegli anni i cambiamenti esteriori ed interiori sono così grandi che davvero uno può dire, rispetto al bambino di prima, "questa è una persona nuova". Fin qui quasi scontato. Ma ecco l'idea nuova (per me). Il bambino, dice il dott. Ragusa, per nascere e svilupparsi ha bisogno principalmente delle attenzioni materne. Anche il papà e il resto della famiglia sono coinvolti, ma quello di cui il bambino ha soprattutto bisogno è il grembo materno, il cibo, le cure materiali, l'educazione di base... in tutto questo la principale protagonista è la mamma.
Poi viene la "seconda nascita", deve formarsi la persona matura e indipendente, dotata di identità propria e capace di confrontarsi con il mondo. E questo processo di crescita ha bisogno principalmente di attenzioni paterne. Generalmente la madre ti dice cosa devi fare, il padre dovrebbe aiutare a decidere cosa vuoi fare; la madre protegge dai pericoli, il padre sprona ad affrontarli.
Non so, magari sono stereotipi di genere, però mi convince l'idea che tante adolescenze problematiche, sono richiami al papà perché si metta in gioco. Il figlio che si ribella ai genitori è come se stesse dicendo: "Papà, adesso tocca a te!". Come per il bambino, anche la cura dell'adolescente riguarda tutta la famiglia, il protagonista però deve essere il padre.
1 commento:
Dall'esperienza di un docente di scuola media di lungo corso: quanto sono vere queste considerazioni!
Ed è ancora più importante di questi tempi sostenere e incoraggiare i papà a intervenire: perché lo possono fare solo loro (così come solo le mamme possono trasmettere la vita e formare il neonato!!!).
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