«GESÙ, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore».
Così inizia il Vangelo di domenica prossima (lo trovi qui) e tutte le volte mi domando come saranno delle pecore senza pastore. Questa volta mi ha fatto tornare in mente un ricordo dei mesi che trascorsi al Colegio Mayor Moncloa di Madrid subito dopo la mia ordinazione. La residenza si trova in pieno quartiere universitario e quando mi capitava di dover uscire presto la domenica mattina (cioè quasi sempre), spesso incrociavo qualche gruppo di ragazzi che rientravano al collegio dopo una notte di "divertimenti".
Apparivano distrutti dal sonno, infreddoliti, annoiati (probabilmente i divertimenti erano finiti già qualche ora prima e loro avevano dovuto aspettare l'orario di apertura della residenza). Decisamente stanchi, decisamente sfiniti, decisamente... pecore! e decisamente senza pastore.
Quante poche persone conosco che sanno cosa vogliono dalla vita, che sanno dare un senso alle sofferenze quando si presentano; la maggior parte mi sembrano pecore senza pastore: obiettivi meschini, amorucci, piccole o grandi soddisfazioni materiali... per lo più stanchezza, smarrimento, noia. Mancano i pastori! sacerdoti che parlino di Dio; amici, vicini, parenti che mostrino la strada con l'esempio della loro vita.
Il Vangelo di oggi ci rassicura di una cosa: le vocazioni – e di molte e varie vocazioni abbiamo bisogno – vengono dalla compassione di Dio per questo gregge. Se dovessero venire dalla nostra bravura saremmo perduti. E allora diamoci da fare nel seguire il consiglio di Gesù: «Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!»
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