30 luglio 2008

Angeli custodi

SONO IN RITARDO per l'appuntamento del martedì, ma non voglio rimandare oltre il Diario degli angeli, anche a costo di limitarmi a poche righe.

Dopo i tre Arcangeli, ero indeciso se seguire un ordine di "importanza", passando agli altri quattro (eh sì, perché ci sono ancora diverse cosette da dire!), oppure seguire un criterio di "attendibilità", parlando prima delle cose più sicure. Avrete capito dal titolo che ho scelto la seconda, perché quello che possiamo dire sugli altri arcangeli, pur essendo bello, sconfina abbastanza nella mitologia (ma credo che ci arriveremo).

Dottrina
La buonanima di don Aurelio, mio professore di filosofia al liceo, nonché maestro di vita, con il suo amore per il paradosso ci diceva che la Chiesa deve molto agli eretici (e sottovoce aggiungeva "come me", ma non era vero). Sì, perché se nel corso dei secoli non fossero venute fuori delle teste calde a dire sciocchezze, nessuno si sarebbe preso la briga di pensarci su e trovare le risposte giuste, le "definizioni dogmatiche". Così, sosteneva ancora lui, se in un certo ambito della nostra fede c'è poca dottrina ufficiale, può essere che sia perché l'argomento è poco chiaro (per fare un esempio, in tempi recenti Benedetto XVI ha spiegato che sul limbo la Chiesa non ha mai preso una posizione definitiva, perché ancora non ci si vede chiaro), oppure perché è stato oggetto di poche o nessuna eresia. A questa seconda categoria appartiene la dottrina degli angeli custodi: la Chiesa non si è mai pronunciata al riguardo, e molto probabilmente perché nessuno si è mai sognato di sollevare dubbi sull'argomento.

Insomma, gli angeli custodi non sono un dogma di fede, eppure è una delle verità più amate della nostra fede.

Scrittura
Ci sono due passi importanti da considerare. Prima di tutto una frase che Gesù pronuncia parlando dell'importanza e dignità dei bambini:

Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli (Mt 18,10).

Con queste poche parole ci dà due informazioni: che i bambini hanno un angelo custode, e che gli angeli godono della visione beatifica. Non ci dice se l'angelo custode sia un privilegio esclusivo dei bambini, ma questa è una domanda da uomini del XXI secolo. Considerando il modo di pensare ai tempi di Gesù e anche il contesto in cui dice queste cose, è molto probabile che stia dicendo che persino i bambini hanno un angelo custode, cioè non solo gli adulti.

Il secondo passo è degli Atti degli apostoli. San Pietro viene liberato dal carcere (da un angelo, ovviamente!) e va come prima cosa ad una casa di amici. La servetta che viene alla porta, al sentire la voce di Pietro, è così emozionata da dimenticarsi di aprirgli e corre dai padroni a dire che lì fuori c'è Pietro.

«Tu vaneggi!» le dissero. Ma essa insisteva che la cosa stava così. E quelli dicevano: «È l'angelo di Pietro» (At 12,18).

Questo ci conferma che i primi cristiani avevano tanta familiarità con gli angeli custodi da trovare più credibile che un angelo bussasse alla porta piuttosto che un prigioniero riuscisse a liberarsi.

Diario degli Angeli - 5

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