21 luglio 2008

Ricordi di Sydney (2)

CI HO PENSATO e temo di non essere proprio capace di raccontare questo World Youth Day 2008. Così alla fine ho deciso di limitarmi ad alcuni aneddoti e alcuni spunti. Spero vi faccia piacere.

Non un raduno qualsiasi
Mentre bivaccavamo sul campo di Randwick (eravamo arrivati un po' in anticipo), qualcuno mi diceva, "Be', se continua così non è diverso da un qualsiasi raduno giovanile". Per un attimo ho condiviso l'impressione e mi è dispiaciuto. Poi però pensato che non era vero.

Primo, perché anche in quel momento, magari con un po' di occhio, si poteva notare che eravamo circondati da facce pulite, gente decorosamente vestita (o svestita, perché a momenti il sole batteva anche, ma sempre deocorosamente) e molto calore umano. Già questo non si trova in un "qualsiasi" raduno.

Poi venivano momenti come quando lo speaker invitava al raccogliemento, e tra i 500 mila ragazzi scendeva un vero silenzio; oppure quando si è fatta l'adorazione a Gesù nell'eucaristia, e tutto Randwick si è messo in ginocchio. No, decisamente non un raduno qualsiasi.

Paura della folla
Fin da piccolo mia madre mi ha insegnato a guardare le folle con sospetto. "La folla è una brutta bestia; i peggiori si scatenano, nella folla", mi diceva.
E noi, ad ogni spostamento, eravamo un flusso interminabile di gente caciarona, eppure la polizia sorrideva e la gente di Sydney veniva a godersi lo spettacolo. Dietro le transenne ho visto famiglie che avevano portato i bambini a divertirsi con noi.

Ho pensato che questo succede solo dove c'è Gesù: senza di lui gli uomini sono sempre una minaccia. (E come mille altre volte in questi giorni, al pensarlo mi sono commosso).

Continua - don't worry!

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