Stanchi? (auguri di Natale)

«Pessimism is not in being tired of evil but in being tired of good.

Despair does not lie in being weary of suffering, but in being weary of joy.

It is when for some reason or other the good things in a society no longer work that the society begins to decline;
when its food does not feed,
when its cures do not cure,
when its blessings refuse to bless.»
G. K. Chesterton, The Everlasting Man, 143.

Traduco per i non anglofoni:

Il pessimismo non consiste nell'essere stanchi del male, ma nell'essere stanchi del bene.
La disperazione non sta nell'essere stufi di soffrire, ma nell'essere stufi della gioia.
Quando per qualche motivo le cose buone di una società non funzionano più, allora quella società inizia a decadere; quando il suo cibo non nutre, quando le sue cure non curano, quando le sue benedizioni si rifiutano di benedire.

Con il suo senso del paradosso, Chesterton ci avvvisa che non è il male il problema: quello ci sarà sempre. Ci sarà sempre gente che lo compie. È quando viene a mancare il bene che c'è da preoccuparsi, quando le cose buone di questo mondo perdono il loro sapore, allora si intravede la vera catastrofe. Quando la famiglia diventa campo di battaglia di opposti egoismi, quando una nuova vita viene vista come una minaccia, quando la fede diventa dovere, quando il futuro fa paura, quando "Buon Natale" smette di essere una benedizione e diventa una frase banale...

Penso che i cristiani abbiano il "dovere morale" di capire la gioia del Natale e comunicarla con la loro vita. Se manca questo diventano sterili le battaglie sui grandi valori (la vita, la famiglia, la fede...) perché sarebbe inutile combattere i mali fuori di noi, quando un male ben più pericoloso ci sta corrodendo da dentro.

L'angelo ci annuncia una grande gioia: è nato per noi un salvatore! Godiamoci questa gioia e facciamo vedere al mondo che noi ci crediamo!

(Povero blog: non trovo più il tempo di scrivere! Colpa delle preparazioni al Natale e simili, ma ancora un po' e sarà festa anche per me...)