* * *
L'anziano malato affrontava l'ultimo travaglio con la dignità e il coraggio che avevano caratterizzato tutta la sua vita. Al capezzale il suo unico figlio e, a rispettosa distanza, la nuora. Ormai alternava brevi momenti di coscienza a sempre più lunghi periodi di torpore. Ad un tratto si rivolge faticosamente al figlio.— Figlio mio, voglio chiederti una cosa.
— Di' pure, papà.
— Prima di andarmene vorrei che tu facessi una cosa molto importante.
— Tutto quello che vuoi, papà.
— Ti chiedo di fare un giuramento.
Il figlio è sorpreso, ma l'affetto per suo padre è sincero e profondo. Scambia un'occhiata stupita con la moglie, ma non esita ad acconsentire.
— Metti la tua mano qui, sul mio cuore, e ripeti con me: "Io giuro..."
— Io giuro.
— "su quanto ho di più caro..."
— Su quanto ho di più caro.
— "e per tutta la vita..."
— E per tutta la vita.
— "di non..."
— Di non.
— ...
— Papà!
— Eh?
— Di non...?
— Ah, sì. "Di non sbarandinare..."
— "Sbarandinare"??
— Sì, sì: "non sbarandinare le blastucce".
— Ma, papà...
— È importante...
— Sì, ma...
— Ti prego, figlio mio...
— Senz'altro, papà, ma...
— Piuttosto... piuttosto protonorfo.
— Papà, non capisco...
Ma un ultimo prolungato sospiro pone fine a questa conversazione.
* * *
P.S. Scusate la cattiveria.
1 commento:
Mi sfugge qualcosa... nel seguito si capisce meglio?
Giovanni
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