22 aprile 2009

Lovely Rita (1)

STAMATTINA ALLA RADIO intervistavano un importante personaggio italiano che compie un gran numero di anni (auguri!). Mentre ascoltavo quella voce impastata che ci regalava qualche briciola della sua antica saggezza, mi sono venute in mente una scenetta e due considerazioni. Inizio dal faceto e lascio le considerazioni per un prossimo post.

* * *

L'anziano malato affrontava l'ultimo travaglio con la dignità e il coraggio che avevano caratterizzato tutta la sua vita. Al capezzale il suo unico figlio e, a rispettosa distanza, la nuora. Ormai alternava brevi momenti di coscienza a sempre più lunghi periodi di torpore. Ad un tratto si rivolge faticosamente al figlio.

— Figlio mio, voglio chiederti una cosa.
— Di' pure, papà.
— Prima di andarmene vorrei che tu facessi una cosa molto importante.
— Tutto quello che vuoi, papà.
— Ti chiedo di fare un giuramento.

Il figlio è sorpreso, ma l'affetto per suo padre è sincero e profondo. Scambia un'occhiata stupita con la moglie, ma non esita ad acconsentire.

— Metti la tua mano qui, sul mio cuore, e ripeti con me: "Io giuro..."
— Io giuro.
— "su quanto ho di più caro..."
— Su quanto ho di più caro.
— "e per tutta la vita..."
— E per tutta la vita.
— "di non..."
— Di non.
— ...

— Papà!
— Eh?
— Di non...?
— Ah, sì. "Di non sbarandinare..."
— "Sbarandinare"??
— Sì, sì: "non sbarandinare le blastucce".
— Ma, papà...
— È importante...
— Sì, ma...
— Ti prego, figlio mio...
— Senz'altro, papà, ma...
— Piuttosto... piuttosto protonorfo.
— Papà, non capisco...

Ma un ultimo prolungato sospiro pone fine a questa conversazione.

* * *


P.S. Scusate la cattiveria.

1 commento:

agapetòs ha detto...

Mi sfugge qualcosa... nel seguito si capisce meglio?

Giovanni