NON RIESCO a seguire assiduamente i tanti blog che mi piacciono, ma l'altro giorno ho fatto una capatina su quello di don Enrique e ho trovato che raccontava di un mendicante molto paziente.
Era entrato in una chiesa dove si ferma ogni tanto per fare la sua orazione e dopo pochi minuti viene raggiunto da Juanito, il suo mendicante preferito.
— Padre, mi dà un euro?
— Juanito, qui dentro non si chiede l'elemosina: qui si prega.
— Vabbe'...
Juanito resiste eroicamente tutta la mezz'ora, senza fare una piega. Alla fine, ovviamente, mi tocca "sganciare".
Mi ha commosso la pazienza – premiata – di Juanito e subito ho pensato (e l'ho scritto a don Enrique) che tante volte dobbiamo fare il "Juanito" con il Signore: aspettare pazientemente l'elemosina della sua grazia, mentre combattiamo con le distrazioni, o l'aridità, o la stanchezza, e non riusciamo a dirgli niente.
Solo dopo qualche ora mi si è presentata un'altra prospettiva: se a volte ci tocca fare il "Juanito" con il Signore, moltissime più sono quelle in cui è il Signore a farlo con noi. Seduto in silenzio al nostro fianco, per ore, giorni, anni; aspettando pazientemente che gli concediamo l'elemosina di fargli un po' di posto nella nostra vita.
Chiedo scusa e provo subito a "sganciare".
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