30 aprile 2010

Benedetto XVI è la soluzione

DA UN ARTICOLO di Kathryn Jean Lopez sul National Review (settimanale USA) del 29 aprile 2010 (qui il testo completo).

La giornalista osserva, prima di tutto, che nel periodo dal 1960 al 1980 la Chiesa è stata scossa da dissensi interni circa la morale sessuale. I casi di abusi di cui parlano tanto volentieri i giornali non sono estranei al disordine di quegli anni. In questo senso, il lavoro di maestro, pastore e giudice – quando necessario – svolto da Benedetto XVI per riportare all'ordine morale è una delle migliori risposte al problema. Ma a certa stampa non conviene dire queste cose perché interessata a fomentare il dissenso all'interno della Chiesa.
«Quando si vede il New York Times e altri fare i salti mortali per cercare di presentare lui [Benedetto XVI] come parte del problema, anziché come la soluzione al problema, diventa facile indovinare le loro intenzioni».
Riporta poi l'opinione di un giornalista ebreo che, dopo aver puntualizzato il suo dissenso su quasi tutto nei confronti della Chiesa, afferma:
«Credo che la Chiesa Cattolica sia una forza di bene per il mondo, non di male. Di più, l'esistenza di un miliardo e 130 milioni di cattolici nel mondo è importante per la pace e la prosperità del pianeta».
Dati alla mano, immagino riferiti agli USA, ricorda l'eccellenza della Chiesa nell'educazione dei giovani. E conclude:
«La Chiesa Cattolica deve proteggere i bambini. La Chiesa Cattolica oggi sta proteggendo i bambini. La Chiesa Cattolica sta anche, come ha sempre fatto, offrendo opportunità ai bambini e sta letteralmente salvando vite di bambini».
L'articolo chiude con una considerazione che mi sembra saggia:
«Uno degli aspetti più importanti di tutti gli scandali – vecchi e nuovi – della Chiesa Cattolica di cui potrà mai capitarvi di leggere è questo: sono sempre il frutto e l'esempio di cattolici che non si comportano da cattolici. La risposta è la fedeltà, non la resa».

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