23 agosto 2010

Rupie

PER UN TRASFERIMENTO in città ci distribuiamo su quattro taxi. (Un consiglio se vi capita: quei taxi degli anni '60 trasmettono tutto il calore del motore ai passeggeri davanti: se possibile sedetevi dietro!) Per evitare imbrogli ci dicono che la corsa non dovrebbe costare più di 250 rupie.

Arriviamo a destinazione. "How much?" Con fatica riusciamo a decifrare i farfugliamenti dell'autista: esattamente 250 rupie. Benissimo: è quello che ci avevano detto e paghiamo senza battere ciglio. Raggiungiamo gli altri per scoprire che ciascun equipaggio ha pagato 150, solo noi siamo stati imbrogliati di ben 100 rupie!

La cosa mi secca parecchio, finché qualcuno mi fa considerare che quella corsa di circa un'ora in taxi mi è costata poco più di 4 euro, truffa compresa! Mi spiegano anche che il tassametro (che avevo osservato attentamente ma non riportava nulla che potesse corrispondere né a 250 né a 150 rupie) va convertito secondo una tabella che ha il tassista e che dovrebbe mostrare al cliente. Me ne ricorderò per il ritorno.

Sera tardi. La corsa di ritorno è molto più rapida. Controllo il tassametro, mentre l'autista inizia a scorrere la famosa tabella con grande incertezza. Sospetto che abbia problemi di lettura. Gli indico io con il dito la riga giusta: sono 91 rupie. Gli lascio un biglietto da 100 e il resto, con sua evidente soddisfazione.

Morale: per me 100 rupie sono una perdita trascurabile; per un tassista di Mumbai, onesto e semianalfabeta, 9 rupie di mancia sono una gran cosa. Penso che l'India ci abbia insegnato più di una lezione sul valore del denaro.

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