19 agosto 2010

Traffico indiano

IL PERCORSO dall'aeroporto all'orfanotrofio di Our Lady's Home ci ha offerto un buon primo impatto con il traffico di Mumbai. Alcuni si sono sorpresi per la disinvoltura con cui l'autista ignorava i semafori rossi, ma c'è da dire che erano le 6 del mattino ed eravamo in periferia; una volta in città qualche semaforo lo ha rispettato.

L'altro aspetto che si notava era il pessimo stato della quasi totalità dei mezzi in circolazione. Autocisterne corrose dalla ruggine, mezzi di ogni tipo ammaccati, rabberciati, sverniciati... e tutti modelli molto vecchi. I famosi taxi gialli e neri, dei quali il modello più comune assomiglia alla Bianchina e sicuramente è suo contemporaneo. Non mancavano carri trainati da buoi e carretti tirati a mano.

Tutti suonano il claxon, è una cosa quasi costante. All'inizio mi sembrava strano, poi ho capito che fa parte della guida di lì, e gli altri autisti, spesso poco accessoriati, contano più sull'udito che sullo specchietto (magari assente) per sapere chi hanno intorno. Su alcune auto ho visto adesivi che invitavano a strombazzare.

Quarta e ultima osservazione: nonostante il traffico caotico e sempre molto denso, non abbiamo visto nessun incidente durante tutto il nostro soggiorno. Leggevo un articolo sul tema che diceva che la velocità media del traffico cittadino cala di anno in anno, avvicinandosi pericolosamente alla paralisi, ma che è oggettivamente misurato come il calo della velocità abbia prodotto anche un calo degli incidenti. Difficile investire un passante quando ti muovi a passo d'uomo!

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