Siamo usciti dall'aeroporto di Mumbai alle prime luci dell'alba. Dopo circa 24 ore di aria condizionata (aeroporto, aereo, aeroporto, aereo, aeroporto) l'impatto c'è stato. Umido, tiepido, appiccicoso e, come ho già spiegato, "odoroso". Ad attenderci il mitico Fr. Rui, da nove anni rettore dell'orfanotrofio, con lo scuolabus della scuola (il giovedì non fanno scuola e così il minibus era disponibile). Ci è sembrato un catorcio, ma questa è un'altra storia.
Provo a fare qualche foto. Vengono tutte appannate. Penso che la macchina faccia risaltare l'umidità dell'aria; poi mi rendo conto che è semplicemente l'effetto lenti appannate che sperimentiamo tante volte d'inverno noi occhialuti. Basta tenere la macchinetta fuori della porta (sempre aperta) del bus in marcia e tutto si risolve.
Come le lenti della macchinetta, anche l'organismo si adatta rapidamente e la sensazione iniziale viene moderata: il clima è sopportabilissimo, a parte il fastidio di essere costantemente sudati. La foto però la conservo: mi sembra una buona rappresentazione del primo impatto.
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