14 giugno 2012

Corallo

NON SO GRANCHÉ sui coralli. Prima di scrivere questo post non ero nemmeno sicuro se fossero animali o vegetali. Adesso però mi sono documentato su wikipedia e so che è nientemeno che un polipo, o meglio una colonia di polipi, che sviluppa un esoscheletro molto apprezzato in gioielleria.

Pensavo però che se uno vede in mare dei coralli, non può dire con certezza se sono vivi o morti. A volte i polipetti, in genere bianchi, buttano fuori i loro tentacoli per afferrare qualcosa di commestibile, ma se non vedo i tentacolini come faccio a sapere se è perché non hanno appetito o perché non sto guardando una colonia di polipi bensì un cimitero? Posso ripassare l'anno dopo: se erano vivi troverò che la struttura è cresciuta, altrimenti vuol dire che erano solo i resti di una cosa meravigliosa, ma non più viva.

Ho chiesto a un amico teologo secondo lui che cosa ha mosso Benedetto XVI a indire un Anno della fede. Mi ha risposto che il Papa è preoccupato per una fede sempre più separata dalla vita. Ci sono tante strutture, tante attività, tanti atteggiamenti, che un tempo erano manifestazioni di fede, mentre ora rimangono come semplici nobili valori. Volontariato, rispetto della persona, sensibilità, bandiere della pace... cose buone, sì, ma solo resti di una vita che sta scomparendo. Come il corallo.

Un amico, mosso da un rinnovato slancio di fede, ha dato la sua disponibilità per un'attività di volontariato. Pieno di entusiasmo è andato al primo appuntamento in parrocchia: si sono divisi in coppie, hanno ricevuto una lista di indirizzi e altrettanti pacchi di viveri da distribuire a famiglie bisognose. "Nemmeno una preghierina prima di iniziare", commentava dispiaciuto. "Eppure eravamo tutti lì per amore di Dio, che ci ha invitato a prenderci cura dei poveri... O no?". Come il corallo.

«Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato».
Benedetto XVI, Porta fidei, 2

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