Sue Monk Kidd, L'invenzione delle ali (8/2015) ****
Ispirato alla storia vera di Sarah Grimké, nella Carolina del Sud a inizi Ottocento. Figlia di ricchi coltivatori, proprietari di molti schiavi, Sarah matura una crescente avversione per la schiavitù, fino a diventare la principale protagonista femminile del movimento abolizionista e anche un'autrice di riferimento nella letteratura femminista. Il suo maggiore desiderio sarebbe di affrancare la schiava Handful, sua coetanea e compagna d'infanzia, ma non è affatto facile. Scoprirà che per poter liberare qualcuno prima deve liberare se stessa, di dentro e di fuori.
Mi era piaciuto La vita segreta delle api, ma qui mi sembra che l'autrice sia maturata, non so se per esperienza o per la passione della storia. Personaggi profondi, complessi, coinvolgenti. Il dramma parallelo della schiava, che è libera dentro ma vorrebbe esserlo anche "fuori", e la coetanea padrona, legalmente libera, ma schiava dentro dei mille condizionamenti della società in cui vive.
Bello! e mai banale. Le due ragazze non diventano le romantiche amiche per la pelle che uno poteva temere: sono troppo diverse perché il loro rapporto sia facile. La sorella minore, cui Sarah dedicherà tutta la sua passione, vedendo in lei l'unica ancora di salvezza da un'esistenza priva di significato, non sarà una facile bambolina.
Forse un po' lento nell'avvio, ma può essere il mio gusto "danneggiato" da troppi romanzi d'azione. La vicenda attraversa gli alti e bassi di grandi speranze e grandi delusioni di Sarah, Handful e tanti altri personaggi meravigliosi e non ti molla più perché vuoi sapere ancora di loro.
Il tema è la schiavitù, ma il sottotema (o il vero tema) è il femminismo. Come in La vita segreta delle api, anche qui i personaggi maschili sono tutti in qualche modo moralmente deludenti, anche i migliori. I personaggi veramente positivi sono tutte donne. A bilanciare un po' si può dire che sono donne anche i personaggi più negativi.
Ho fatto qualche ricerca: l'autrice è una "femminista cristiana". Non so se questo significhi un movimento ben preciso o sia una indicazione generica, resta che con il suo femminismo mi ci ritrovo pienamente. È una rivendicazione della dignità di ogni persona umana, uomo o donna, bianco o nero che sia, con la massima valorizzazione della differenza.
Non ricordo più l'ultima volta che mi sono sorpreso a contare le pagine (anzi, i minuti, perché era un audiolibro) non per fretta di finire ma per desiderio che la storia duri ancora un po'. Massimo degli asterischi per questo libro che consiglio a tutti.
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