16 ottobre 2007

Il paradiso perduto

Un post del solito Monasterio che per poco non mi era sfuggito, riferisce un apologo di Papini, applicandolo al matrimonio. L'apologo è così bello che merita di essere riportato in questo blog, ma non ho intenzione di tradurre dallo spagnolo un testo di un autore italiano! Ho chiesto a qualche amico che potrebbe avere il libro originale (Il libro nero, conversazione 70), ma se qualcuno volesse contribuire...

In attesa del testo completo, voglio però registrare un evento legato alla sua lettura. Quando mi piace qualcosa non posso fare a meno di comunicarla a tutti quelli che mi capitano a tiro (bonum est diffusivum sui ci insegna S. Tommaso). Immagino di costituire una discreta prova per la pazienza di alcuni...

Allora, mi trovavo a tavola e ho raccontato l'apologo appena letto, che in due righe (occhio: il resto del paragrafo è uno spoiler, se preferite la versione integrale, saltate al paragrafo successivo e aspettate che la pubblichi), in due righe, dicevo, Papini immagina che a un certo Blake (forse William, non so), dopo un'intera vita trascorsa a cercare tracce del Paradiso Terrestre, Dio appaia in sogno e gli riveli che prima del Peccato Originale tutto il mondo era un paradiso. La cacciata di Adamo ed Eva sarebbe consistita soltanto in un velo posto sui loro occhi ad impedirgli di accorgersi di essere ancora in Paradiso. Anche noi abbiamo questo velo, altrimenti vedremmo che meraviglia è questo nostro mondo.

Stavo parlando a tavola di questa bella immagine, dicendo che mi era piaciuta molto, quando uno dei commensali, con il muso lungo, mi interrompe per dirmi che sono tutte sciocchezze. "Come si può dire una cosa così poco vera? Questo mondo non è il Paradiso, e per vederlo basta pensare a..."
Ero leggermente ferito da questo attacco. In fondo avevo premesso che la cosa mi era piaciuta molto, e poi non avevo preteso - né io né Papini - di dire che fosse vero. Comunque mi preparai ad ascoltare la prevedibile tirata sugli orrori della guerra, sui pedofili e le altre cose del genere. E invece... sorpresa! Il mio interlocutore si è lanciato in una diatriba sul traffico!

Non potevo credere alle mie orecchie: quest'uomo non può accettare il sogno che il mondo in cui viviamo possa in realtà essere un paradiso in incognito... per via del traffico! Il velo che si è steso sugli occhi di tutta l'umanità a lui deve essere stato applicato in triplo strato rinforzato!

Mi è dispiaciuto per lui, ma poi ho pensato che un giorno si sveglierà in Paradiso, quello vero, e la sua sorpresa sarà più grande della mia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bè, in fondo lo dice anche Leopardi:
"Ma se un discorde accento
Fere l'orecchio, in nulla
Torna quel paradiso in un momento."

e cosa c'è di più discorde delle strombazzate del traffico?