20 ottobre 2007

Il tuo posto in Cielo

Nel suo The problem of pain (in italiano Il problema della sofferenza, che non è il più famoso Diario di un dolore), Lewis dedica l'ultimo capitolo a parlare del Cielo e dice una cosa che mi è piaciuta molto. Così mi sono preso la briga di cercare l'edizione italiana per poter condividere quelle pagine. Le trovate qui.
Per farvi venire voglia di leggerle (e superare l'impatto negativo della modesta traduzione) provo a riassumere le tre idee principali:

1. Ognuno di noi porta in sé l'attrazione verso qualcosa di non definibile, di cui riconosce il riflesso in tante cose che lo appassionano (e spesso solo lui e non altri), ma che non sono mai esattamente quello che cerca. Questo desiderio sempre insoddisfatto è diverso per ogni uomo — è «la firma segreta di ogni anima» —, solo parzialmente comunicabile e parzialmente condivisibile con gli altri, e solo Dio può soddisfarlo.

È un argomento che Lewis usa in altre opere per dimostrare l'esistenza di Dio a partire dall'osservazione del desiderio profondo che ciascuno di noi porta dentro. Lo chiama argument by desire ed è molto bello perché può essere molto coinvolgente. Ma qui non vuole dimostrare l'esistenza di Dio, casomai vuole sottolineare una conseguenza di questo argomento, ed è il secondo punto.

2. Ognuno di noi ha un diverso desiderio di Dio, perché è nato per combaciare con una particolare dimensione dei «contorni infiniti della sostanza divina». Dice Lewis che altrimenti non si spiegherebbe l'esistenza di più di un individuo umano. «Il tuo posto in Cielo ti sembrerà fatto su misura per te e per te soltanto, perché sei stato creato per occuparlo — punto per punto come un guanto è stato fatto per la mano».

3. Ognuno è predisposto per cogliere nella beatitudine un diverso aspetto di Dio, e in Cielo farà quello che fa ogni artista sulla terra: ricorrerà a tutto il suo talento per cantare agli altri le bellezze che gli riempiono l'anima. «L'attività, sempre efficace ma mai completa, di ogni anima per comunicare alle altre la sua esclusiva visione (e servendosi di mezzi al cui confronto l'arte e la filosofia di questo mondo non sono che rozze imitazioni) è uno dei motivi per cui Dio crea tanti individui diversi» (traduzione mia, non ho resistito).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'argument by desire è un tema importante in Lewis e nella poetica degli "Inklings", ma appare, più o meno in filigrana, anche nelle pagine di tanti altri grandi scrittori (di tutti i grandi scrittori?).
Per me è stato un argomento molto importante. per capire quel "ad immagine e somiglianza". E per questo motivo mi piace constatare nei miei figli una grande varietà di interessi, nonostante tutto ciò che hanno in comune. E credo che sia per particolare sensibilità a questo tema che provo simpatia per tutti coloro che hanno interessi e passioni, per le cose più disparate.

Allo stesso modo, quando mi capita, sempre più spesso, di sentire commenti di colleghi, conoscenti, persone incontrate per caso, che nel riferirsi a qualcuno che ha un interesse o una passione particolare per qualche argomento, lo criticano non in quanto all'argomento ma in quanto al dedicarvisi, ogni volta provo un disgusto sempre maggiore.
Mi sembra un altro modo di correre quella corsa all'anomia individualistica il cui fine inevitabile è essere tutti identici, equifungibili, in-differenti e quindi indifferenti. E soprattutto un modo di nascondere la ricchezza di Dio agli occhi dell'uomo.

Mi scuso per lo sfogo, ma quelle manifestazioni mi sembrano così inumane che mi vengono brividi di terrore.

Don Mario ha detto...

Penso che teorizzare e propugnare quella che hai chiamato "anomia individualistica" sia un atto diabolico, perché si oppone subdolamente (e nemmeno tanto) al nostro desiderio del Cielo.
In compenso, però, puoi conolarti: quelle persone che criticano chi dedica tempo alle proprie passioni il più delle volte, fortunatamente, hanno le loro di passioni, alle quali dedicano generosamente il loro tempo.
Non disapprovano che uno abbia delle passioni, soltanto che sono troppo superficiali per capire che uno possa avere passioni diverse. Io resto sempre stupito quando vedo qualcuno che si dedica al modellismo o a dipingere soldatini, ma ormai ho capito che quella sua passione, così diversa dalle mie, è una ricchezza anche per me. Lewis aggiunge che un giorno in Cielo occuperemo posti diversi, e l'occhio del modellista mi aiuterà a cogliere alcune meraviglie di Dio che a me sarebbero sfuggite.