10 novembre 2007

Quello che cerchiamo

(Mi trovo fuori città a predicare un ritiro e riesco a collegarmi solo per la posta. Sfrutto allora la possibilità di postare via mail anche se non viene bello come di solito e non riesco ad aggiungere immagini).
 
Nel suo già menzionato argument by desire, Lewis osserva che non solo tutti gli uomini sono caratterizzati da un desiderio di fondo, che per tutta la vita si dimostra insaziabile e che solo Dio può soddisfare, ma anche che questo desiderio, nella sua universalità, si incarna in ogni persona in modi diversi. Ognuno, infatti, si appassiona e si entusiasma per cose diverse, peculiari per ciascuno (dai francobolli all'avventura, da una determinata scienza specialistica allo scrivere blog), al punto che spesso, anche tra quelli che condividono una stessa passione, ci si accorge che ciò che mi appassiona di questa cosa non è esattamente lo stesso aspetto che appassiona te. Sono come echi remoti di quel richiamo specialissimo che Dio rivolge a ciascuno fin dall'inizio della sua esistenza e che chiamiamo cielo.
 
Stamattina ho predicato sul Paradiso, sul fatto che Nella casa del Padre mio ci sono molti posti (...) io vado a prepararvi un posto (Gv 14,2s) indica che ognuno di noi ha un posto in Cielo preparato proprio per lui, un posto che corrisponde esattamente a quelle aspirazioni, quelle sensibilità peculiari, che lo rendono un posto esclusivo. Io sono fatto per quel preciso "posto" del Paradiso, per dirla con Lewis, come una chiave è fatta per quella precisa serratura.
 
Ora mi preparavo alla prossima meditazione rileggendo l'episodio del giovane ricco, nella versione di san Marco (Mc 10,17ss). Pensavo a che cosa avrà colpito quel giovane per farlo andare da Gesù di corsa, e chiamarlo "maestro buono". Qualcuna delle specifiche sensibilità di quel giovane deve essere entrata in risonanza al vedere Gesù nei giorni precedenti. E allora ho capito questo: se il mio personale corredo di gusti e passioni non è altro che una predisposizione a quella parte di Cielo - cioè di Dio stesso - che Dio ha preparato per me, e quando qualcosa di questo mondo mi piace è perché in qualche modo ricorda qualche perfezione divina per la quale il Signore mi ha fatto specialmente sensibile, allora ogni persona che incontrava Gesù sarà entrata in risonanza, avrà trovato in lui qualche aspetto capace di entusiasmarlo, perché Gesù è il Cielo.
 
Ma per ognuno una risonanza diversa. E così uno si sarà entusiasmato per la sua eloquenza, un altro per la sua sensibilità, uno per un piccolo gesto che solo lui poteva apprezzare, un altro per uno sguardo (fissatolo, lo amò, ci dice Marco). Ognuno trovava in Gesù l'anticipo di quel Cielo per il quale era fatto.
 
Potrei concludere applicando tutto questo al nostro incontro con Gesù, ma penso che puoi farlo da solo.
 

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