07 dicembre 2007

Graffi quotidiani

Il parcheggio del centro commerciale non offriva nemmeno un posto libero, ma Roberto non si perse d’animo. Dopo anni di frequentazione conosceva le dinamiche di quel centro come se fosse una parte di casa sua e sapeva bene che di prima mattina molti clienti erano sbrigativi quanto lui, gente che passa da lì per un acquisto al volo prima di entrare in ufficio. Bastava fermarsi in un punto da dove si vedeva la gente in uscita dai negozi, fare il classico cenno per dire “Sta andando via?” e seguire la persona fino all’auto, per prenderne il posto che lasciava.

Anche oggi come previsto: due, tre minuti di attesa, ecco un giovane elegante, dal passo nervoso... Sì, sta andando via. Roberto lo segue, mette le doppie frecce e accosta appena oltre l’auto di lui per consentirgli la manovra. Roberto non è frettoloso, e poi proprio ora sta ascoltando la sua canzone preferita; per quanto lo riguarda il giovane nervoso potrebbe fare con tutta calma.

Osserva la manovra nel retrovisore, poi guarda ancora dal finestrino il veicolo che scivola via – bella la nuova Skantra – e ancora mentre imbocca l’uscita. Ingrana la retromarcia, si volta indietro per la manovra... e inchioda. Appena in tempo per non urtare l’auto che gli sta rubando il posto!

Il buon umore di Roberto si incrina leggermente. Lo faccio? Sì, lo faccio. Scende e va incontro alla persona che sta giusto uscendo dalla macchina. Una signora già oltre la mezza età, dall’aria distinta, cappottino verde fuori moda e una faccia da brava donna che ti aspetteresti di trovare all’ingresso della parrocchia; di certo non sul "luogo del delitto".

– Scusi, forse non si è accorta, ma stavo aspettando già da un po’ per prenderlo io, quel posto.
– Oh, sì che me ne sono accorta. L’avevo vista benissimo! cinguetta lei con aria felice.

Roberto è interdetto. Una risposta così non se l’aspettava proprio.

– Ma... allora... io...
– Mi spiace proprio tanto tanto, giovanotto, ma sono sicura che ne troverà un altro. Basta cercare un po’.

Mentre la osserva voltargli le spalle e andarsene canticchiando verso uno dei negozi, Roberto pensa a diverse cose truci, dalla violenza fisica ai danni all’auto. La frase "occhio per occhio" sfiora un momento la sua consapevolezza. Poi si ricompone, perfino sorride, ironico. Perché immaginare cose che non farebbe mai? Ti pare che uno, per uno sgarbo che tutt’al più gli fa perdere qualche minuto, deve ritenersi in diritto di fare certe cose come graffiare l’auto o bucare una gomma? A voler essere giusti ci vorrebbe una punizione proporzionata, come una piccola offesa o un contrattempo. Magari uno spavento. Di più sarebbe ingiusto.

Non è ancora risalito in auto che già vede liberarsi un posto e l’incidente è subito dimenticato.


***


Roberto è alla cassa del supermercato e sta finendo di pagare. Ha già ritrovato il suo abituale buon umore. In fondo l’incidente del parcheggio gli ha causato un ritardo del tutto trascurabile. Soprattutto sta già pensando ad alcune cose interessanti che lo aspettano al lavoro.

Lo sguardo vaga in nessuna direzione in particolare, mentre raccoglie nella sportina di plastica le poche cose che ha comprato. Gli risuona in mente la sua canzone preferita. A pochi passi da lui c’è la signora dal cappotto verde, che sta giusto entrando nel supermercato; ha appena attraversato i tornelli d’ingresso. Anche lei lo vede e si ferma appoggiandosi alle barriere d’ingresso con un gran sorriso.

La barriera forma due corridoi paralleli, uno di ingresso, dove quella lo aspetta, l’altro di uscita, percorso obbligato per Roberto. Nessuna possibilità di evitarla, deve passarle necessariamente davanti.

– Non sarà troppo troppo arrabbiato con me, vero?
– Beh, insomma...

Lei fa un’espressione mortificata, o piuttosto la parodia di una espressione mortificata.

– No, guardi che io pretendo, ma proprio proprio, che lei mi perdoni, altrimenti ci resterò male male. Ho assolutamente bisogno di sentirle dire che mi ha perdonato.

– Va bene, dice un rassegnatissimo Roberto, perdonata.

La signora torna a sfoggiare il suo sorriso esagerato.

– Ecco, così va bene. Non voleva mica rovinarmi la giornata con il ricordo del suo broncio, no?

Rovinare? Un’idea fulminea attraversa Roberto. Lei dentro, io fuori... non scavalcherebbe la barriera o i tornelli... per arrivare all’uscita deve fare un bel giro...

Anche Roberto adesso sorride.

– Sa, signora, che lei è proprio simpatica? Quasi mi dispiace per quello che le ho fatto alla carrozzeria...

Le volta le spalle e si avvia verso le porte automatiche, non senza accennare al motivetto della sua canzone preferita. In mente l’immagine del sorriso ancora congelato sul volto della donna mentre digerisce l’insinuazione. Appena un tantino di fretta nell’allontanarsi: non vorrebbe proprio rovinarsi la giornata con il ricordo di una isterica che attraversa gridando le corsie del supermercato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

troppo poca la vendetta esercitata
fa così bene vendicarsi in certi casi, specie con gli aggoganti e fatui