UNA MATTINA, uscendo dal letto, Eraclio fece per appoggiarsi alla vicina sedia, ma ritrasse immediatamente la mano, sorpreso da un acuto dolore. Da quel momento ogni oggetto che toccava con la mano destra gli procurava quello stesso dolore improvviso.
Decise di non dargli troppa importanza. Il dolore si produceva solo quando afferrava qualcosa, e quasi subito si abituò a non fare quel gesto. La cosa però gli procurava molti inconvenienti, aveva anche rischiato un incidente alla guida afferrando distrattamente il volante con entrambe le mani. Stava pensando di andare da uno specialista, quando notò un nuovo negozio sotto casa sua. L'insegna diceva: "Hand free - prodotti per cheiropatici". Comprese immediatamente ed entrò pieno di speranza.
L'inserviente lo accolse con un sorriso e, dopo la breve spiegazione del problema, iniziò ad ammansirlo spiegandogli che oggi i cheiropatici possono condurre una vita normale come gli altri, che sarebbe una grande ingiustizia se dovessero privarsi di qualcosa e che i loro prodotti -- selezionati tra quelli di miglior qualità in commercio -- sono spesso preferiti anche dai non cheiropatici. Quel giorno spese mezzo stipendio in accessori come un copri volante in hypersoftex, posate con manici in spugna e una dozzina di altri oggetti. Peccato che (ancora) non li passi il servizio sanitario nazionale.
Dopo un paio di mesi (e non poche spese), un collega si incuriosì per la strana penna (morbida) che utilizzava per scrivere. Dopo qualche spiegazione gli suggerì di liberarsi da tutte quelle dipendenze e ricorrere ai rimedi orientali. Così si presentò titubante allo studio di "riequilibrio oligosensitivo" consigliatogli dall'amico. Gli spiegarono che doveva ascoltare il suo dolore, dialogarci, e che quando lo avesse compreso fino in fondo lo avrebbe sconfitto. Iniziò delle (costose) sessioni di dolorosi esercizi, consistenti per lo più nello stringere in pugno oggetti moderatamente pesanti mentre faceva esercizi di concentrazione.
Passarono poche settimane ancora, quando venne a fargli visita la sua anziana mamma. Quando le raccontò le sue disavventure cheiropatiche, lei non disse nulla. Frugò nella piccola valigia che aveva portato, dalla scatola del cucito estrasse un ago e le forbicine, poi prese un batuffolo di cotone e una bottiglietta di disinfettante. Dopo cinque minuti -- e nemmeno troppo dolore -- aveva ripulito dal pus la mano del figlio e rimosso la piccola spina che lo causava.
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