POTEVA ESSERE la storia di un grande gladiatore.
Fu il primo pensiero dell'istruttore quando lo vide. Il fisico c'era e, sedicenne, si sarebbe sviluppato ancora un po'. E poi c'era lo sguardo e tutto l'atteggiamento: sveglio, sicuro, determinato.
E poi era libero. I giochi erano così amati da tutti che succedeva a volte di trovare qualche giovane libero deciso a cimentarsi. Raramente però andavano oltre qualche allenamento e qualche combattimento amichevole. Ma lavorare sul serio con un ragazzo libero,veramente deciso a diventare un gladiatore... l'istruttore sapeva che poteva essere una bella soddisfazione.
E questo qui era scappato di casa, e per essere sicuro era venuto fin qui, lontanissimo dai suoi, perché non potessero mai più ritrovarlo. Sì, poteva essere la storia di un grande gladiatore.
L'istruttore lo mise alla prova. Un breve combattimento per vedere da che livello si partiva. Se la cavava benino, ma soprattutto mostrava agilità, intuito, intelligenza. C'era talento. Davvero poteva essere la storia di un grande gladiatore. Forse molto grande. Di quelli che si ricordano.
Decise di prenderlo.
Finché starai con me sarai per tutti un mio schiavo. Per tua garanzia ti scrivo una patente di liberazione, ma se la mostri o ne parli con chiunque, sei immediatamente fuori. Ti tratterò in tutto come gli altri schiavi. Gli allenamenti sono duri e a turno dovete fare anche tutti gli altri lavori. Se ci stai e ti impegni penso che in un paio di anni sarai pronto per fare la tua figura nell'arena.
Un paio d'anni? Ma io so già combattere, tu lo hai visto. Io non voglio rammollirmi nella tua palestra come uno stupido figlio di senatore. Gladiatori si diventa rischiando e uccidendo, non giocando con i compagni.
Tu entrerai in campo quando lo dico io, oppure te ne puoi andare anche subito.
Accettò. Ma i rapporti non furono buoni. Il talento c'era, ma anche tanto orgoglio. E non perdeva occasione per tornare a chiedere di andare nell'arena.
Non passarono molte settimane che l'istruttore perdesse la pazienza. Il ragazzo meritò uno punizione e la punizione fu "ai giochi". Una punizione secondo l'istruttore, una punizione anche secondo gli altri schiavi. Per lui invece era il grande momento. Sarebbe diventato un grande gladiatore.
L'avversario fece una mossa scorretta. Una vera vigliaccata. Il pubblico lo avrebbe insultato, e lo sapeva. Avrà pensato che "meglio insultato e vivo...". La carriera dell'aspirante gladiatore si esaurì in quei pochi minuti.
Poteva essere la storia di un grande gladiatore...
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