QUESTA FOTO l'ha scattata Giulia; se guardate il suo blog (pensare in un'altra luce) si capisce che pensa per immagini; anche il nome del blog lo dice. A volte riflette su una sua foto, altre volte — come questa — è il pensiero che chiama l'immagine.
Un ponte — più probabilmente il camminamento sul muro di una diga — che si perde nella nebbia. Simbolo dell'andare verso l'ignoto. Lei lo usa per dire addio ad una persona cara, e con parole davvero commoventi (le trovi qui), rese più dolorose da una prospettiva solo terrena (almeno, così mi pare).
Ma quando ho visto l'immagine, prima di aver letto il testo, ho pensato che volesse essere una metafora del nostro rapporto con gli altri. Ogni volta che ci apriamo a qualcuno ci mettiamo in cammino verso un ignoto: varrà la pena? corrisponderà? mi farà del male? Eppure è una strada che non possiamo rinunciare a percorrere.
Le mie preghiere, e un ricordo speciale nella Messa di domani (Mercoledì delle Ceneri, con il suo "Memento, homo..."), per Giulia e per l'anonimo defunto.
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