QUALCUNO MI HA PASSATO un articolo di Avvenire (del 16 aprile 2008, pagina 22) in cui un sacerdote, per esprimere la contentezza della sua condizione, centra l'attenzione su un fatto apparentemente banale: "Mi faccio la barba, ogni mattina...".
L'articolo ve lo consiglio, perché è profondo e simpatico, ma a me, leggendolo nel ripetersi della frase "mi faccio la barba perché...", è venuto in mente un pensiero che forse c'entra poco con la mia condizione di sacerdote (o meglio, io penso che c'entri, ma non intendo psicanalizzarmi in pubblico).
Più che un pensiero, un'immagine: la scena di mio padre che si fa la barba, seguito dallo sguardo curioso e ammirato di me bambino, una sera mentre ci prepariamo tutti per andare al Teatro dell'Opera.
Il ricordo mi ha commosso e ho provato a chiedermi il perché. Una prima parte della risposta, consapevole, era chiara anche allora: avevo pochissime occasioni di vedere mio padre radersi, lui che era l'unico uomo adulto della famiglia; quindi avevo pochissime occasioni di vedere qualsiasi uomo radersi, spettacolo che per un bambino ha un che di iniziatico. Il lavoro teneva papà lontano da casa la maggior parte dell'anno; e a questo si aggiungeva che si alzava prestissimo e, anche quando c'era, coglierlo al mattino in quella operazione era molto raro.
Oggi però ho capito che c'è un motivo più profondo, allora inconsapevole, della bellezza di quel ricordo. Quello che si radeva era mio padre: figlio di contadini, avventuriero per la maggior parte della sua vita, che aveva trascorso più notti sotto una tenda nella savana che giorni in una vera città. Quell'uomo si faceva bello per portare a teatro mia madre, colta professoressa, figlia di borghesi, cresciuta nella "Capitale del Regno", lasciata solo per trasferirsi nella "Capitale della Repubblica", appassionata di lirica da almeno tre generazioni.
Solo oggi capisco che a mio padre non doveva importare particolarmente la musica classica, tantomeno la lirica. E capisco che se mi è sempre piaciuto radermi è perché quella sera lo faceva mio padre... che amava molto mia madre.
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