26 luglio 2008

Ricordi di Sydney (4)

RIENTRATO AL TEPORE romano e quasi ripreso dal jet lag, annoto ancora un paio di impressioni.

Affetto per il Papa
Più di una persona mi faceva notare che alla fine di questa WYD si trovava a volere più bene al Papa. In fondo lo hanno visto solo da lontano, per lo più sui maxischermi, eppure non lo avevano mai guardato e ascoltato così. A Sydney eravamo lì per lui, e lui era lì per noi; anche se solo attraverso uno schermo, anche se solo un puntino bianco e rosso lontanissimo laggiù sul palco, eravamo insieme.

Quello che entrava nel cuore era la sua semplice spontaneità, i gesti a volte impacciati, lo sguardo affettuoso e contento; e, su un piano un po' diverso, le parole: discorsi chiari, esigenti e appassionanti. Se ne volete un esempio, rileggetevi le parole dell'Angelus di domenica a Randwick (le trovi qui).

Un popolo seletto
Dicevo già che non era un raduno qualsiasi. Qualcuno mi ha fatto notare che per la maggior parte dei partecipanti venire a Sydney ha richiesto un grosso sforzo. Questo forse ha determinato una selezione. Chi era lì probabilmente aveva una motivazione forte.

Oggetto significativo
Fra i ricordini non poteva mancare il boomerang. Ne ho già dati due, altri due hanno già un destinatario, e adesso mi dispiace di non essermene preso uno per me, perché mentre li davo mi sono reso conto del valore simbolico: il boomerang torna al punto di partenza, e così esprime molto bene il desiderio che uno ha di ritornare.

Continua... forse!

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