LA PREMESSA è che gli angeli sono persone, quindi è ragionevole che abbiano un nome. È anche ragionevole che, non conoscendo quello vero, gliene diamo uno noi, per riferimento. Così tante persone amano dare un nome al loro angelo custode e rivolgersi a lui con quel nome, anche se io devo ammettere che non ci riesco (la colpa è di Tolkien, ma sarebbe lungo spiegarlo).
Il nome è così necessario per riferirsi a una persona, che anche nel mondo dei blog ciascuno se ne sceglie uno. Si può mantenere l'anonimato con un nome fittizio, ma se si vuole instaurare un qualche tipo di dialogo, c'è bisogno di un nome. Per inciso, che fastidio danno i commenti di "anonimo" nei blog!
La firma degli angeli
Ora Crosta mi provoca chiedendomi se l'Angelo del Signore non possa essere san Gabriele. Premesso che se la Scrittura non lo dice e quindi l'unica risposta giusta è "non lo so", possiamo però divertirci un momento a ragionare sulla domanda.
Se ogni angelo è persona, ha una sua personalità, che traspare nelle sue azioni. Che cosa possiamo individuare come caratteristico di ciascun arcangelo?
Io direi quanto segue: san Raffaele cura e si prende cura, san Gabriele annuncia il Messia, san Michele combatte. Pensando ai nomi, "Medicina di Dio" (Raffaele) corrisponde bene; "Forza di Dio" (Gabriele) va riferito alla forza redentrice; "Chi è come Dio?" (Michele) mi fa pensare all'azione contro i "falsi dei". Pensando a quello che verrà dopo, devo ancora aggiungere che san Michele è considerato l'Arcangelo protettore del popolo di Israele.
Mi sono proposto di fare post più corti, quindi tengo queste considerazioni in mente e la prossima volta proviamo a confrontarle con le azioni dell'Angelo del Signore.
NB Ovviamente dubito che gli angeli abbiano delle impronte digitali!
Diario degli Angeli - 11
7 commenti:
Caro Don Mario, da pochi mesi ho scoperto il mondo dei blog "fatti bene" fra i quali http://profduepuntozero.blogspot.com/
Qualche settimana fa mi sono ricordato di un collegamento in una sua mail ed eccomi qua.
Mi ricollego al post di Crosta per quanto riguarda il confronto tra la nostra natura e quella degli angeli, per dire che settimana scorsa ho sentito una persona che pensava che la nostra natura potesse essere addirittura superiore a quella degli angeli perchè noi abbiamo avuto la grazia dell'incarnazione di Gesù e possiamo chiamare Dio padre; quindi Lui, assumendo la nostra natura, l'ha nobilitata. In realtà io la vedo così: l'uomo così legato alla materialità della carne e al tempo limitato e scadenziato dell'esistenza, era incapace di conoscere Dio, il quale per dare di sè una rappresentazione materiale e farci finalmente capire qualcosa ha dovuto prendere la nostra forma umana . Gli Angeli invece VEDONO Dio e non hanno bisogno di avere un tramite e utilizzare metafore come quella del Padre e del Figlio. Non a caso Gesù utilizzava parabole e metafore per parlare con la gente.
Visto che non sono ancora riuscito a venire a trovarla a Roma cosa ne dice se ci frequentiamo via blog?
Un abbraccio
Giorgio
metafore?
Penso di capire la perplessità di greengold se davvero giorgio intendeva dire che quando chiamiamo "Padre" e "Figlio" le prime due Persone della Trinità stiamo usando delle metafore.
Forse possiamo metterci d'accordo dicendo che è quando chiamiamo "padre" il nostro genitore che stiamo usando una metafora, per similitudine con l'unica vera paternità che è quella di Dio Padre. Solo che noi conosciamo tanto meglio quel riflesso di paternità che sono i nostri genitori e ci risulta tanto misteriosa quella paternità piena che è in Dio che magari ci viene da invertire i termini.
Poi, per rispondere a giorgio: qui le domande si fanno difficili! Per rispondere seriamente alla possibile superiorità della natura umana dovrei davvero ripassarmi qualche trattato (una volta questa materia si chiamava De Deo Creante) perché io sono un povero filosofo con una spolverata di teologia. Spero di trovare il tempo perché è interessante.
x giorgio (dimenticavo): seguo con piacere prof 2.0. Te lo ha segnalato l'autore?
volevo rassicurare greengold: nessuno pensa neanche lontanamente che le prime due Persone della Trinità non siano effettivamente "Padre" e "Figlio". Avevo solo in mente una bellissima definizione di Dio Padre e di Dio Figlio che Eugene Boylan dà, nelle prime pagine del suo "Questo tremendo Amore" (non la trascrivo perchè non ho il libro sotto mano e non voglio fare errori, magari Don Mario mi può aiutare). Intendevo solo dire che per gli uomini ai quali Gesù parlava (pescatori e persone semplici) era più agevole capire il linguaggio delle parabole e il concetto di Padre piuttosto che un discorso astratto.
Rimando anche ad un discorso di padre Cantalamessa (forse a Rimini) nel quale diceva all'incirca che se l'uomo vede Dio muore e se vuole avvicinarsi il più possibile a Dio e rispondere alla domanda: "Come posso essere e vivere a Tua immagine e somiglianza?" L'unica risposta è Gesù!!
L'uomo per realizzarsi come tale deve tendere a Gesù. (mi accorgo di non essere bravo a scrivere, spero di essere riuscito a far capire cosa intendo).
Per quanto riguarda Prof2.0 conosco bene l'autore e collaboro con lui e con Federico al Living Room (vedi etichetta nel suo blog).
Don Mario spero che riesca a trovare il tempo, perchè i suoi approfondimenti sono sempre appassionanti!
A presto
Giorgio
Di domande sulla natura degli angeli ce ne sarebbero a non finire. Per esempio, gli angeli partecipano dell'eternità di Dio, ma sono stati creati. Creati nell'eternità dove non esiste il tempo. Cosa vuol dire ciò? So che non è possibile parlare di un "prima" e di un "dopo" dove non esiste il tempo, cioè dove nulla cambia.
Ancora, gli angeli hanno come noi il libero arbitrio, ma la loro scelta è definitiva, non c'è redenzione per quelli di loro che rifiutano Dio. Questo ci mette in una posizione "privilegiata" rispetto a loro? Dopo il peccato originale, Dio non ha permesso che ci allontanassimo in via definitiva, come avrebbe fatto con gli angeli, perché il Figlio ha la nostra stessa natura umana, oltre che quella divina e quindi la nostra natura portava già allora in sé la possibilità della redenzione?
Sono domande che a volte mi pongo, ma non so se sono corrette da un punto di vista teologico.
Io, don Mario, sono paziente. Se hai un po' di tempo...
Buon lavoro, Cri
La tradizione antiochena, ripresa dai padri siriaci, sicuramente influenzata dai contatti con il giudaismo, vede l'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio nel senso che ne sarebbe una sorta di "luogotenente" e di "visibilizzazione" per il creato (Teodoro di Mopsuestia, Crisostomo, Teodoreto di Ciro, Narsai di Edessa...) . Gli angeli, gli animali, le piante servendo l'uomo rendono gloria a Dio. Il servizio all'uomo era il loro modo di rendere lode al Creatore. L'uomo era una sorta di punto di sintesi della creazione in quanto fatto di carne (creazione visibile: mondo materiale) e di anima (creazione invisibile: gli angeli) Poi, peccando, l'uomo ha rovinato questa relazione e l'unità si è perduta. Ma Dio, incarnandosi in Cristo, l'ha ristabilita per sempre: non solo, ma Gesù Cristo diviene il "luogo" della comunione del creato con Dio. Uniti alla natura umana di Cristo per mezzo del Battesimo-Cresima, alimentando tale unione trasformante con l'Eucaristia, noi partecipiamo della vita divina di Dio, in quanto vero Dio e vero Uomo. Il nostro modo di essere uniti a Dio è quello di essere uniti a Cristo per mezzo dei sacramenti. La cosa comune in tutte le omelie di questi Padri, comunque, è sempre la partecipazione accorata degli angeli alla nostra vicenda umana, sia di caduta che di salvezza. Credo che questo sia la cosa più importante da custodire, no? Complimenti per il blog, e scusi la lunghezza!
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