31 ottobre 2008

I libri che non ho letto (2)

CONTINUO L'ELENCO dei libri che non ho finito. Immagino che qualcuno non sarà d'accordo con me, ma anche questo fa parte dei diritti del lettore, non ricordo a quale articolo del decalogo. E mi sono accorto che finirli così – "uccidendoli" in un post – è una grande liberazione.

Fëdor Dostoevskij, L'idiota.
Questo mi è costato di più. Ammettere di non capire, anzi di non sopportare L'idiota, è come ammettere che sono un ignorante, un somaro, un insensibile. E così mi sono trascinato fino a tre quarti del libro, sempre più stancamente. Ma gli sdilinquimenti di questi personaggi non li ho retti più: il Principe che ama Natasha Filipovna ma non osa far torto al suo amico, innamorato di lei; Natasha che ama il Principe ma non si sente degna, mentre vuole sposare – non ricordo più il nome – per autopunirsi e pur sapendo che le farà del male e cerca di manipolare Aglaja – tanto amata dalle lettrici – perché si faccia avanti con il Principe, ma lei non osa e si chiude a queste pressioni, mentre il Principe non capisce. In parallelo c'è il Generale ubriacone e bugiardo, che combina un atto umiliante dietro l'altro fra le infinite discussioni dei suoi familiari su se coprirlo, denunciarlo, punirlo o chissà che altro. Uffa!
Sono andato all'enciclopedia Salani, ho letto come va a finire, ho subìto umilmente la spiegazione di che cosa volesse dire l'autore e perché è tanto importante. E poi... libro chiuso.

Christopher Paolini, Brisingr.
Nel passaggio dal primo al secondo episodio della trilogia (che nel frattempo è diventata una saga), avevo apprezzato la maturazione tecnica dell'autore. Eragon era un romanzo semplice e lineare, un'ottima avventura piacevole da leggere. In Eldest la storia si svolge su più fronti, i personaggi hanno più spessore, ne risente un po' il ritmo, anche se l'epopea di Roran è decisamente notevole, mentre viene il sospetto che Eragon, vivendo tra gli Elfi, abbia scoperto anche l'uso delle sostanze stupefacenti perché appare progressivamente più stordito.
Appena ricevuta una copia in inglese del terzo episodio ho iniziato a leggere con grande aspettativa. La storia mi sembra che ci sia, ma per seguirla bisogna sopportare un Eragon che piange perché per curare il cugino da una brutta ferita ha causato la morte di un serpente e due passerotti, che guarda con sgomento l'erba che si è seccata perché lui ne ha risucchiato l'energia per evitare di schiantarsi al suolo in una caduta. E ancora lo vediamo nel cuore di uno scontro all'ultimo sangue, intrattenersi molto realisticamente a pensare come le sue capacità siano migliorate negli ultimi tempi. In un duello con i Ra'zac vediamo inopinatamente un barlume di umanità nei mostri, accolto con la massima indifferenza dall'eroe.
E intanto si vede che l'autore ha preso lezioni: devono avergli insegnato che tutti e cinque i sensi devono essere coinvolti nella narrazione e così non manca mai di puntualizzare ogni odore che incontriamo. Peccato però che non sappia descriverli.
Insomma, mi disturba troppo la presenza dell'immaturità dell'autore in ogni pagina. Mi auguro che prima di affrontare il quarto episodio tralasci le lezioni di scrittura creativa e si dedichi a maturare un po' di saggezza umana, altrimenti sarà un fiasco.
Intanto io ho lasciato un Eragon che prima cammina lento per non dare nell'occhio, poi si sente insicuro e corre all'impazzata per tutta una notta, poi vede un rudere e decide che non ha più fretta e che vavle la pena fermarsi ad esplorarlo... e io chiudo il libro.

Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, Il pianeta delle scimmie. Manuale di sopravvivenza in un mondo che ha rifiutato Dio.
Avevo iniziato a leggere con piacere, mi sembra di essere d'accordo con tutto quello che dicono. Ma dopo un po' ho iniziato a seccarmi: tutto quello che succede oggi sarebbe folle e sbagliato, mentre tutto quello che si faceva una volta era saggio e opportuno. Ma dài! I laudatores temporis acti ci sono sempre stati, il che può significare solo due cose: o il mondo è andato sempre di male in peggio per tutta la durata della sua storia; oppure c'è sempre stata gente con problemi di prospettiva.
Io penso che ci siano molte cose che non vanno nel nostro tempo, come ce ne sono state sempre in ogni tempo, e penso che a impegnarsi troppo nel condannarle e nel guardare indietro si ottiene solo di perdere energie per le tante cose buone che possiamo fare, oltre a fare la figura del vecchietto brontolone.
Avrei potuto aspettarmelo: l'idea del libro è un uomo che si risveglia dopo cinquant'anni e trova il mondo così cambiato da pensare di essere finito sul pianeta delle scimmie. Ovvio che sia tutto un confronto tra "nel mio mondo" e "in questo mondo". Mi unisco al parere delle consorti degli autori: "carino"... ma chiudo il libro.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Che coincidenza, su L'idiota ho fallito anch'io.
Il cacoparonismo è tentazone comune di chi inizia ad invecchiare. I bambini sono sempre entusiasticamente euparonisti. Chi è giovane comincia a vedere le storture, ma preferisce fare la sua parte, invece di sdegnarsi.

Anonimo ha detto...

Queste tue impressioni su "Brisingr", cui non ho difficoltà a prestar fede, hanno gettato lo scompiglio tra i miei figli. Sono anni (!) che aspettano questo nuovo appuntamento con Eragon ed ora il mito è incrinato irreparabilmente. A dire il vero, avendo letto anch'io le puntate precedenti, li avevo avvertiti :-P, e infatti "Eldest" non aveva riscosso tra loro lo stesso successo del primo libro
Probabilmente prima o poi glielo comprerò, ma giusto per sapere come va avanti la storia, certo non per godere dello stile dell'autore. Comunque è un peccato, la stoffa Paolini ce l'aveva, se solo non avesse cominciato a cercare di fare il filosofo...
Ciao, Cri
P.s.: Ma tu li leggi i commenti nuovi ai post più vecchi? :-)

Anonimo ha detto...

Il figlio, è tornato a casa il 31 ottobre, col sospirato libro, dicendomi "mi tremano le mani, l'ho aspetto da due mesi!" e in 5 giorni l'ha finito (calcolando che lavora e fa il caposcout, una buona media) adesso, il drago nuovo, partirà per Roma, con la figlia piccola, ma per adesso non mi dice nessuno com'è!
Certe volte penso che questa mania delle saghe da tre libri tre, è un po' (come per i film) una minestra allungata! ;-)
Come Cri, mi chiedo, ma rispondi ai commenti sull'altro blog? ;-)

Ciao, R

Anonimo ha detto...

Errata corrige . . . visto (in ritardo) la risposta di là!;-)
Grazie!
Ciao, R (fiordicactus)

Don Mario ha detto...

@anonimok: cacoparoche? A parte gli scherzi, io iniziai a criticare i libri (forse con te) quando mi accorsi che mi dava un'aria intelligente. Ora è diventato un vizio, ma ricordo ancora bene l'epoca in cui mi piaceva qualsiasi cosa, e sotto sotto è ancora così.

@crosta: dopo la mia stroncatura qualcuno mi ha chiesto quante pagine avessi letto. Era in formato elettronico, quindi non ho potuto rispondere in modo semplice, ma dopo qualche calcolo ho concluso per 5% e mi sono venuti dei grandi scrupoli: non sarò stato precipitoso?
Riguardo ai commenti a post vecchi, in teoria mi dovrebbe arrivare una mail che mi avvisa, ma di questo tuo non mi ero accorto.

@fiordicactus: dell'altro blog non avevo attivato gli avvisi, ma ora mi sono accorto e ho corretto.