DOMENICA SCORSA mi sono affacciato in una parrocchia di Casalpalocco. C'era il battesimo di un parente e, dopo aver spiegato che è bene che si faccia nella propria parrocchia e che sia il parroco a celebrarlo, ci tenevo a mostrare con la mia presenza che non era una scusa per non andarci.
Mi affaccio a presentarmi al parroco – già entrando prendo atto, dagli avvisi all'ingresso, che si chiama don Francesco – e scambiamo due chiacchiere. Le prime domande tra sacerdoti sono sempre scontate: diocesano o religioso, da quanto tempo, in che sede, che incarichi, dove hai studiato. È una specie di rito che non si può evitare; solo dopo si può passare ad argomenti "normali".
Continua la conversazione: entrambi romani, di che quartiere? Prati zona Piazza Cavour io, anche lui Prati, ma Piazza Mazzini. Ma guarda! Io andavo a scuola lì vicino, al Paolo Orlando... anche lui! Mi sembra impossibile: direi che abbiamo più o meno la stessa età e il nostro liceo era molto piccolo (due sezioni). Almeno di vista ci conoscevamo tutti, per non dire che io mi ero dato parecchio da fare per conoscere gente, già allora animato da un (tiepido) zelo apostolico.
Mi lancio: di che anno sei? Uno meno di me! Ma allora è coetaneo di Silvio (in quegli anni il mio migliore amico, di un anno più piccolo di me). Infatti: compagno di classe. Purtroppo non sapeva della sua morte, ma poi proseguiamo sulla scia dei ricordi di scuola. Per tutti noi il punto di riferimento era don Aurelio, preside e prof di filosofia, e don Francesco ricorda con piacere di avergli potuto annunciare il suo ingresso in seminario quando era ormai molto malato (morì di lì a poco). Ma anche io! e in quegli stessi giorni. Che piacere gli avremo dato, di poter vedere più di un suo alunno raccogliere il testimone quando lui si avvicinava alla fine della corsa.
Continuava la conversazione e io non mandavo giù l'idea di non ricordarmi di lui. In realtà, oltre a Silvio, non mi veniva in mente proprio nessun altro di quella classe (mentre scrivo mi sono ricordato di un altro, che soprannominavamo impietosamente Bostick perché un po' appiccicoso). Intanto mi ha invitato a concelebrare il battesimo, e durante la sua omelia (per me sofferta perché dal presbiterio non si sentiva) mi sono ricordato di un amico di Silvio. Uno che lui diceva avrebbe potuto capire l'Opus Dei e che non ricordo se riuscì mai a presentarmelo. Ma ricordo che ne parlavamo ogni tanto e mi torna in mente nome e cognome: un certo Francesco...
Dopo la cerimonia gli ho chiesto il cognome: era lui! Gli ho potuto dire con sicurezza che negli anni di scuola Silvio e io pregavamo per lui. Indicando i paramenti che ancora indossava ha risposto divertito: immagino che questo sia il risultato!
Tornando a casa pensavo a facebook: qualcuno ne sosteneva i pregi dicendo che può servire per ritrovare i propri amici del liceo... Continuo a diffidare di facebook: mi sembra un po' vuoto e molto indiscreto. Preferisco la Provvidenza!
3 commenti:
Sento spesso parlare di questo " Facebook", ma non mi da fiducia, anch'io mi affiderei alla Provvidenza, ho notato che il suo lavoro lo fa bene, anche quando noi cerchiamo di depistarla!O facciamo finta di non vedere! ;-)
Ciao, R
Mi hanno girato un articolo su facebook dicendomi che svviluppa le mie stesse riserve. Quando lo leggo magari ne parliamo.
Ah, e sulla Provvidenza d'accordissimo: Dio ci vuole troppo bene per lasciarsi depistare.
Eh, sì, sempre meglio la provvidenza!!!! ^_^
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