22 marzo 2009

Attraversare la strada

UN RICORDO di circa un anno fa. Uscivo in macchina alle sette del mattino per andare a celebrare una Messa un po' fuori mano; svolto ad un incrocio e vedo due piccioni che stanno becchettando in mezzo alla strada. Ho pensato: sto andando pianissimo, si scanseranno. Ma quando arrivo alla loro altezza sento degli sbattimenti sotto il piano dell'auto. Guardo nello specchietto e intravedo un piccione che si agita in terra; l'altro è volato via.

Mi è dispiaciuto un po', vabbe' che il piccione viene usato come simbolo di poca intelligenza, ma così imbranato proprio non me l'aspettavo. Quel giorno, a pranzo, racconto l'incidente e i due campagnoli della mia casa mi hanno risposto sorpresi: Ma come, non sai in che epoca siamo? Non lo sapevo (e continuo a non saperlo perché non ricordo più in che periodo è successo).

Mi spiegano che era il periodo della schiusa delle uova. Quelli erano piccioni novelli, che ancora non hanno imparato a temere le auto. Poi qualcuno finisce sotto e gli altri imparano (e, analogamente, qualcuno viene mangiato dai gatti e gli altri imparano). Non immaginavo; pensavo che fuggire dalle auto fosse una cosa istintiva.

Ho ricordato questo episodio perché ieri ho assistito ad una conferenza su Genitori e Web 2.0 (se ti interessa, trovi qui molto materiale, e nella sezione audiovisivi praticamente la stessa conferenza integrale). Il relatore diceva: quando eravamo piccoli i nostri genitori ci hanno insegnato ad attraversare la strada; chi insegna ad attraversare la strada nel mondo digitale ai vostri figli? E aggiungeva: si può anche imparare da soli, ma a che prezzo? E così ho ricordato il povero piccione imbranato (e ho tremato per i tanti giovani e disorientati internauti).


P.S. stamattina, mi trovavo alla Basilica di San Paolo (non romani, prego invidiate!) ed ho assistito ad una scena molto simile alla mia con il piccione. Passa l'auto, il piccione non si scansa e sbatacchia troppo tardi contro il fondo della macchina. Si agita per qualche secondo in terra, poi si alza in volo, sbatte contro un'auto parcheggiata, poi un po' più in alto contro un lampione, poi ancora contro il ramo di un albero. Infine raggiunge un albero ben alto e si ferma lì. Comico e patetico allo stesso tempo.

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