06 maggio 2010

V. Educazione

The Love Dare, giorno 5.
L'amore è educato
«Chi benedice il prossimo di buon mattino ad alta voce,
sarà considerato come se lo maledicesse» (Pr 27,14)


Poche cose sono irritanti quanto la maleducazione. È maleducazione dire o fare cose che risultano spiacevoli per gli altri; è la frase o il gesto inopportuni che mette in imbarazzo o causa irritazione. Nel matrimonio potrebbe essere un linguaggio volgare, o comportamento trascurato ai pasti, o il sarcasmo eccessivo e pignolo. A nessuno piace stare vicino a un maleducato: ogni azione maleducata può sembrare insignificante a chi la compie, ma è sgradevole per chi la riceve.

L'amore ha qualcosa da dire in proposito. Quando un uomo è mosso dall'amore, si sforza di comportarsi nel modo più gradevole possibile per la moglie. Se lei vuole esprimere amore a lui, eviterà di frustrarlo o di metterlo a disagio.

L'idea è che il vero amore fa attenzione ai suoi modi.

Questo concetto potrebbe dare nuovo respiro al tuo matrimonio. Le tue buone maniere dicono al tuo coniuge: "Sei abbastanza importante da meritare il mio autocontrollo quando sei con me. Per te voglio essere una persona che è un piacere starci insieme". Quando permetti all'amore di correggere il tuo comportamento stai rinnovando un clima di onore nella tua relazione. Le persone che curano l'etichetta tendono a far migliorare il clima di rispetto nell'ambiente intorno a loro.

Di solito l'educazione che si pratica in casa è diversa da quella che si manifesta con gli amici o con gli estranei. Puoi stare sbraitando o insultando i tuoi familiari, ma quando suonano alla porta accogli l'ospite con sorrisi e gentilezze. Se accetti la sfida dell'amore dovresti offrire il meglio di te ai tuoi. Se non ascolti l'amore quando ti dice di cambiare il tuo comportamento, la qualità della vita coniugale ne risentirà inevitabilmente.

Le donne tendono ad essere migliori degli uomini in certi aspetti di educazione, ma possono essere maleducate in altri modi. Il re Salomone disse, «È meglio abitare su un angolo del tetto, che avere casa in comune con una moglie litigiosa» (Pr 25,24). Una persona di buon senso capisce quale dovrebbe essere un comportamento appropriato e si regola di conseguenza.

La maleducazione ha due possibili cause, l'ignoranza e l'egoismo, entrambe negative. Un bambino nasce privo di nozioni di galateo e ha bisogno di aiuto e istruzione. Gli adulti invece mostrano la loro ignoranza a un livello diverso. Puoi conoscere le regole ma non accorgerti di come le stai violando, oppure puoi essere troppo egoista per farci caso. Uno può benissimo non accorgersi di che persona sgradevole sia diventato.

Puoi fare una verifica con queste domande:

  • Che pensa il tuo coniuge del tuo modo di parlare e comportarti in sua presenza?

  • Come incide il tuo comportamento sulla autostima del tuo coniuge?

  • Il tuo coniuge può dire che sei una persona deliziosa, oppure dovrebbe dire che sei una presenza antipatica e imbarazzante?

  • Se stai pensando che è il tuo coniuge – non tu – che dovrebbe migliorare in questo campo, la diagnosi più probabile è che soffri di una forma grave di ignoranza, con complicanze nel campo dell'egoismo. Ricorda: l'amore non è maleducato e spinge sempre a mete più elevate.

    Vuoi che il tuo coniuge smetta di fare quelle cose che ti infastidiscono? Allora è tempo che smetta tu di essere sgradevole. Metterai abbastanza amore e attenzione per scoprire ed evitare quei comportamenti che rendono la vita sgradevole per il tuo coniuge? Avrai il coraggio di essere piacevole?

    Eccoti tre criteri di educazione nel matrimonio:
    1. Rispetta la regola d'oro: tratta il tuo coniuge come vorresti che trattasse te (cfr Lc 6,31).

    2. Non avere due misure: sii educato/a con il tuo coniuge almeno quanto lo sei con colleghi ed estranei.

    3. Soddisfa le richieste: ricordati che cosa ti è stato già chiesto di fare o non fare in materia di comportamento. Nel dubbio, chiedi.


    La sfida

    Chiedi al tuo coniuge di dirti tre cose sgradevoli o irritanti che fai abitualmente.

    Ascolterai la risposta senza contraddire e senza giustificarti.

    4 commenti:

    Ilaria ha detto...

    Complimenti per l'intervento sull'educazione! Sono parole che fanno riflettere ed è sempre piu utile che ognuno di noi si fermi un attimo e rivaluti il proprio comportamento nei confronti del prossimo.
    Un saluto ed una buona giornata.

    Fiordicactus ha detto...

    Non so se è il caso . . . e se non si fermasse a tre???

    Adesso, con calma, mi studio tutto quello che hai già scritto sull'argomento e cerco di applicarmici, per arrivare al mio 31° anniversario nel migliore dei modi! ;-)

    Ciao, R

    anonimok ha detto...

    Questo però è un tema che, come tu stesso noti, travalica i rapporti tra coniugi e si estende a tutti i rapporti familiari: ci si comporta educatamente con gli estranei e si "sbraca" con moglie, marito, figli, fratelli, sorelle, madre, padre, "tanto loro mi vogliono bene e mi capiscono!"
    Sarebbe ben più onesto dire che loro sono obbligati a volerci bene, e per di più conoscono il peggio di noi e quindi non ci sono brutte figure da evitare e non resta nulla da nascondere per salvare la faccia.
    E' una patologia analoga a quella che in informatica si chiama "inversione di priorità" (il più importante viene trattato peggio), solo che lì si tratta di programmi, e non di persone.

    A fianco dell'egoismo metterei, più che l'ignoranza, la mancanza di intelligenza (nel senso più etimologico), l'incapacità di capire come certi modi infastidiscano o feriscano. In fondo trattar bene gli altri dà vantaggi a tutti, e chi non lo capisce è trattato a pesci in faccia alla prima occasione utile. Il galateo di una volta serviva per chi non ci arrivava da solo.

    Don Mario ha detto...

    Proprio oggi riflettevo con una persona sulla possibilità che questa "mancanza di intelligenza", cui accenna anonimok, mi possa riguardare.

    Se sono io quello che tratto male gli altri o che non mi accorgo di come certi miei comportamenti siano di disturbo, cosa ci posso fare? Devo dire che la prospettiva mi turba: pensare che io possa risultare sgradevole per gli altri, e non me ne rendo conto! Brr, speriamo di no.

    Che fare? Mi viene in mente: a) coltivare il galateo (come dice anonimok, è una garanzia per chi "non ci arriva"), b) accogliere con sincero interesse le critiche, convinto di averne bisogno, c) propormi di osservare di più gli altri, d) pregare.

    Dimentico qualcosa?