20 novembre 2010

Siamo insensibili

I MIEI AMICI sanno dei miei legami con lo Zimbabwe, per questo non è strano che mi informino quando appare sui mezzi di comunicazione. Non capita spesso, perché i paesi insignificanti come lo Zimbabwe interessano poco i mezzi di comunicazione.

L'altro giorno, a tavola, qualcuno mi chiede con aria divertita se avevo letto la notizia dallo Zimbabwe che riportava il Corriere. Non l'avevo letta. Un uomo era stato sbranato dai leoni mentre usciva dalla doccia. "Curioso no?"

Mi ha disturbato molto: che un uomo venga sbranato dai leoni è senz'altro insolito, ancora di più se stava uscendo dalla doccia; ma non è "curioso" e tantomeno divertente. Potrebbe esserlo in un cartone animato, magari in un film (dipende dal genere), ma quell'uomo avrà avuto famiglia. Inoltre morire sbranati è una cosa orribile. Come si può riportare una notizia del genere con totale indifferenza, anzi tendenzialmente divertiti?

Probabilmente il mio interlocutore desiderava farmi un piacere con quel riferimento allo Zimbabwe, quindi mi sono limitato a dire che mi pareva una brutta e triste notizia, senza infierire su di lui. Poi hanno continuato a girarmi per la testa una serie di pensieri che per noi sono ormai luoghi comuni: i media ci hanno abituato alla visione del dolore altrui; abbiamo un rapporto filtrato con la realtà; la notizie diventano spettacolo ecc. ecc.

Qualche giorno dopo mi scrive mia sorella (sì, dallo Zimbabwe) e fra le altre cose mi informa della tragedia nella famiglia di un compagno di scuola di mio nipote. In vacanza in una riserva naturale, il papà è stato assalito e ucciso da un branco di leoni mentre tornava dal bagno. Sotto gli occhi terrorizzati della moglie che era in casa impotente... Requiem æternam dona ei, Domine... Come diventa diversa la notizia, vero?

3 commenti:

Rosaspina ha detto...

Ho letto la notizia, e non mi sono divertita affatto, forse, mi sono immedesimanta nella moglie, e mi sono immaginata il suo terrore e il suo sgomento! :-(

Ciao, R

anonimok ha detto...

Parlare di incidenti mortali in circostanze inusuali come se fossero curiosità o fatti divertenti è uno dei tanti esorcismi che mettiamo in campo per illuderci di essere padroni della nostra vita.
Un po' come quelli che dopo un qualsiasi disastro, anche un terremoto o un maremoto, cercano i responsabili o perlomeno chi non ha avvisato in tempo del pericolo. Un modo di illudersi che una morte così, noi, sapremmo bene come evitarla.
In fondo, sono i paurosi a fare gli sbruffoni, no?

Don Mario ha detto...

@anonimok
(scusa se ti pubblico così tardi: ahimé, segno che è da un sacco che non entro nel mio blog)
Grazie per l'osservazione, non ci avevo pensato e mi dà una chiave di lettura per tanti comportamenti che mi disturbano quando invece sono solo tentativi di convivere con le proprie paure. Ora gli sbruffoni mi fanno un po' meno antipatia e un po' più di pena.