25 marzo 2011

Fantasy vo’ cercando...

TEMPO FA mi ero imbattuto in un promettente elenco delle 25 migliori saghe fantasy mai scritte (ovviamente secondo l'autore del sito). In questi mesi, in parallelo con altre letture, mi sono divertito ad esplorare un po' di queste segnalazioni (e intendo continuare), con il magro risultato di una scoperta abbastanza soddisfacente e molte delusioni.

Prima di addentrarmi nei dettagli vorrei considerare due vizi che noto nel genere (e ciononostante rimane il mio preferito), evidenziati da alcune di queste deludenti letture.

1. Sbatti il mostro in prima pagina
È vero che agli amanti del fantasy piace imbattersi in personaggi insoliti, magia, mostri e luoghi meravigliosi. Alcuni romanzi, però, sembrano offrire solo questo. L'autore ha pensato un mondo, magari anche molto elaborato, con città da visitare, razze di ogni tipo da incontrare o da evitare, folklore ecc. ma sembra limitarsi a portarci a spasso i suoi personaggi, con i pretesti più stupidi, senza un chiaro filo logico né tantomeno un obiettivo da raggiungere o una sfida da superare. Mi dispiace ma se non c'è una storia non riesco ad andare avanti e sono costretto a chiudere il libro.

2. A che gioco giochiamo?
Molti romanzi nascono insieme o attorno a giochi di ambientazione fantasy, un esempio per tutti i numerosi titoli (un centinaio!) ispirati a Dungeons and Dragons. Immagino che qualche autore sarà capace di prendere l'ispirazione da un videogioco o da un gioco di ruolo o da un mmorpg e scrivere un vero romanzo: Peccato che finora non l'ho incontrato. Un sintomo vistoso di romanzo-gioco sono le risurrezioni: personaggi morti che tornano in vita. Nella tradizione narrativa questo succede al massimo solo all'eroe principale, per un più o meno consapevole riferimento cristologico. Se c'è una risurrezione e non è un evento straordinario e catartico di grandissima importanza, centrale nella storia, possibilmente in prossimità dell'epilogo, la cosa puzza di gioco di ruolo: considerate la possibilità di abbandonare la lettura. Se c'è una seconda risurrezione, non perdete tempo e buttate immediatamente il libro.

Altri sintomi: eccessiva attenzione agli oggetti posseduti, trovati nei modi più diversi, dimenticati in una tasca o una bisaccia per centinaia di pagine e che all'improvviso diventano determinanti in una certa situazione; rapide guarigioni dopo aver sfiorato la morte, in genere aiutate dall'intervento di maghi guaritori o pozioni magiche; squadre costituite da personaggi con ruoli rigidamente stabiliti a priori (guaritore, veggente, guerriero, guastatore, ladro, assassino ecc.) e assolutamente non intercambiabili. Infine, più che sintomo è conseguenza: in questi romanzi la storia procede in modo confuso, con una prevalenza del caso, probabilmente frutto del lancio di qualche dado, magari a venti facce. I giochi sono belli da giocare, per raccontare ci vuole una storia.

Queste le premesse. In un prossimo post farò nomi e cognomi...

P.S. se oltre al fantasy vi piacciono le illustrazioni fantasy, rifatevi gli occhi con le opere dell'artista da cui ho preso il drago rosso. Le trovate qui. Avrei voluto prendere la sua White Tower ma è l'unica per la quale nega esplicitamente i permessi di riproduzione.

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