28 marzo 2011

Signori nel traffico

ERO IN AUTO beneficiando di un passaggio. Guardavo le persone intorno a me nel traffico intenso. Mi ha colpito la reazione agitata e scomposta del conducente alla mia destra per una manovra nemmeno troppo scorretta e probabilmente inconsapevole (in questo caso!) del mio autista.

Prima ho pensato alle dimensioni che potrebbe raggiungere il fegato di quella persona nel tempo di arrivare al lavoro: se si arrabbia tanto per un paio di metri che non ha potuto guadagnare, come reagirà alle immancabili vere scorrettezze?

Poi però ho pensato all'alternativa che ognuno di noi ha, di fronte alle scorrettezze degli altri (e non solo nel traffico). Posso pensare: "Qui sono tutti prepotenti e scorretti, devo difendermi esercitando la mia prepotenza e scorrettezza". Oppure posso dire: "Io non posso cambiare gli sconosciuti che mi stanno intorno, ma posso cercare di compensare alla prepotenza e scorrettezza degli altri con la mia gentilezza e correttezza".

Nel primo caso avrò contribuito a rendere questo mondo di un infinitesimo più brutto, aggiungendo la mia cattiveria a quella degli altri. Nel secondo caso avrò contribuito a renderlo un po' migliore, compensando un po' al danno che altri fanno. E a questo si aggiunge che, se ricordate il piacere che avete provato quando qualcuno vi ha sorpreso con un gesto gentile che non vi aspettavate, sarete d'accordo che una nostra gentilezza nel traffico (mi ripeto: non solo nel traffico) ricompensa il beneficiato per molte delle scorrettezze abituali.

E a volte, non sempre, avremo il piacere di essere ringraziati; e a volte (non lo vedremo) qualcuno seguirà l'esempio... E intanto noi restiamo i signori che intendiamo essere (e questo sempre!).

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