21 maggio 2011

Siamo tutti romantici

GIOVANISSIMI COMPAGNI di scuola. Decidono di fare una bravata, forse una delle prime per loro: appuntamento una sera davanti alla scuola per scrivere in terra una frase d'amore per una compagna. Tutti d'accordo che l'ideatore del "misfatto" e, ovviamente, principale interessato, dovesse esserne anche l'autore materiale.

Ad un tratto arriva in strada un energumeno, dall'aria per nulla rassicurante, pitbull al guinzaglio e vistoso bastone in mano. Gli amici se ne accorgono per primi e, coraggiosi e leali, si defilano prudentemente. Il nostro eroe, inginocchiato in mezzo alla strada, si accorge della visita solo quando il signore inizia a gridare.

— Queste cose le fai a casa tua! Devi proprio venire qui a imbrattare la strada?

(forse avrà usato espressioni più colorite, ma il narratore non ricorda con sicurezza)

Il ragazzo, spaventato, non vede altra possibilità che esprimere candidamente la sua posizione:

— Ma è per una ragazza...

Secondo lui una motivazione più che ragionevole. Dapprima l'energumeno rimane interdetto, forse per la risposta inattesa, forse perché il nostro eroe, che la paura ha paralizzato nella sua posizione in ginocchio, pare anche più piccolo dei suoi tredici anni scarsi. Poi gira sui tacchi e se ne va, mentre lo si sente borbottare: "Be', se è per una ragazza...".

A distanza di un paio d'anni il piccolo uomo conserva ancora quel candore disarmante. Prego che non lo perda crescendo.

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