26 marzo 2012

Bruchi che fumano

ANTEFATTO: POMERIGGIO, alcuni ragazzi mi raccontano divertiti di un loro conoscente che ad un concerto si è confezionato uno spinello lungo più di un metro. Tutta la gente intorno a lui lo applaudiva e si complimentava per l'abilità. Persino gli addetti del servizio d'ordine venivano ad ammirare il mirum e a farsi le foto con lui. Come sarà stato soddisfatto, il ragazzo, di tanto successo!

Ho provato a spiegare ai ragazzi che sarà anche stata una trovata buffa, ma decisamente triste, e anche simbolica. Lo spinello, infatti, è simbolo dell'incapacità dell'uomo di piacersi e di assaporare il bello della vita e delle relazioni senza bisogno di sostegni e amplificazioni artificiali. Ottenere ammirazione e approvazione dagli altri servendosi proprio di uno spinello a me sembra un vantarsi della propria disperazione.

Il "secondo tempo" è venuto poco dopo, quello stesso giorno. Alessandro ci ha proposto questo video (lo riporto qui perché vi invito caldamente a vederlo, sopportando i sottotitoli un po' scadenti — ma non sono opera mia!).



Dopo ripensavo ai "fenomeni da baraccone". Soprattutto lo sguardo rassegnato delle gemelle e anche del protagonista: fanno un lavoro umiliante, ma lo accettano perché pensano di non potersi aspettare niente di più dalla vita. Lo ricollegavo alla diffusione della marijuana: una risorsa ben povera, ma pur sempre una risorsa per chi non pensa di poter soddisfare molto meglio di così il suo bisogno di felicità.

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