QUANDO COMPRO un dentifricio, prima lo scelgo; quando prendo moglie, prima la scelgo. Uno stesso verbo, ma (spero!) non proprio la stessa azione.
Nel suo saggio La libertà e il tempo, Sciacca individua due modi di esercitare la libertà. Radicalmente diversi, sono caratterizzati da due azioni proprie: scegliere ed eleggere.
La scelta è quella che facciamo in un negozio per individuare l'oggetto che intendiamo acquistare (ma anche il programma da vedere in tv o che cosa fare questo fine settimana). Lo "scegliamo" tra altri simili, ne entriamo in possesso e lo usiamo.
L'elezione ha un atteggiamento diverso rispetto all'oggetto. Riguarda le scelte di vita, le amicizie, le idee: l'oggetto dell'elezione non diventa mio possesso; casomai diventa parte del mio essere, parte di me. Anche se lo esprimiamo abitualmente con il verbo avere (io ho amici, idee, moglie/marito), si tratta di un possesso ben diverso dal precedente, frutto di una scelta molto diversa.
Direi che questo secondo "possesso" è caratterizzato da simmetria: possiedo e sono posseduto. Scelgo un amico offrendogli la mia amicizia, scelgo il coniuge offendogli il mio amore. Vale anche per le idee (si scelgono?): acquisire una nuova idea è permetterle di conquistarmi. Più che prendere è "lasciarsi prendere". Più che possedere è... essere (sono amico o amante o convinto di una certa idea).
Con queste premesse, Sciacca ricorda che già Senofonte e Tucidide avevano sottolineato il collegamento tra idiótes, uomo privato (contrapposto a politikós, l'uomo impegnato nella cosa pubblica), e ídia, gli affari. I beni e le occupazioni del politico sono (erano?) il benessere della pólis e la saggezza per perseguirlo; i beni dell'uomo privato sono i possedimenti ottenuti con i suoi affari.
La conclusione di Sciacca è che chi non coltiva la sua capacità di elezione, vivendo una libertà fatta solo di scelte -- acquistare, vendere, possedere -- al punto da ridurre a "scelta" (acquisto, senza reciprocità o coinvolgimento personale) anche le dimensioni più importanti della propria vita (famiglia, professione, convinzioni profonde ecc.), divenendo per atrofia sempre meno capace di "elezione"... quell'uomo è un idiota, cioè uno che vive esclusivamente nella dimensione del possesso.
Insomma, Sciacca dà dell'idiota a chi si concepisce e si propone per i beni che possiede e non per ciò che è.
A parte le etimologie un po' forzate, penso che cercherò di ricordarmene per darmi dell'idiota tutte le volte che preferisco la libertà light per evitare gli incomodi di una libertà più vera.
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