20 giugno 2008

San Michele

ANCHE SE OGGI, festa della Natività di S. Giovanni Battista, sarei tentato di parlare di S. Gabriele, e del ruolo che ebbe nella nascita del Precursore, ormai avevo iniziato a preparare qualcosa sul Principe degli arcangeli e quindi pazienza: S. Gabriele dovrà aspettare.

«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli».
(Ap 12,7-9)

Con una simile presentazione, si capisce che abbiamo tutti affetto e ammirazione per questo angelo: colui che guida alla vittoria nella guerra contro satana! Ho trovato qui un buon riepilogo della dottrina cristiana sull'arcangelo Michele, con citazioni ecc. Ma procediamo con ordine.

Il nome
In ebraico si scrive מיכאל e si legge mika'el (anche chi non sa l'ebraico può notare, da destra a sinistra, che la prima lettera ricorda la M e la terza una C). Significa Chi è come Dio? Più avanti vorrei fare qualche considerazione sul significato dei nomi, per ora lascio a voi il piacere di rifletterci.

Nella Scrittura
Appare nel Libro di Daniele come capo della milizia celeste e angelo protettore del popolo ebreo. Nell'Apocalisse combatte e sconfigge il dragone infernale.
Anche nel Libro di Giosuè (Gs 5,13-15), uno dei più antichi della Bibbia, si narra di un misterioso personaggio armato che appare a Giosuè prima della battaglia di Gerico e si presenta come capo delle milizie del Signore. Non dà il suo nome, ma ha tutte le caratteristiche di San Michele.
Per questo viene rappresentato armato ed è invocato come protettore nelle tentazioni e, in generale, quando si tratta di combattere il male.

E ancora per questo, nel 1888, il papa Leone XIII compose una preghiera a S. Michele con l'indicazione per tutti i cristiani di recitarla al termine di ogni santa Messa. La forma breve è la seguente:

Sancte Michäel Archangele, defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
"Imperet illi Deus!" supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen.


San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. "Dio eserciti su di lui il suo dominio", preghiamo supplichevoli: e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen.

Non vige più l'obbligo di recitarla (abolito nel 1964), ma san Josemaría consigliava i suoi figli di continuare a farlo e così anche Giovanni Paolo II, di cui riporto le parole:

«Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo».

(Su S. Michele ritorno in questo post).
Diario degli Angeli - 2 (continua)

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