20 agosto 2008

L'angelo di Pietro

SONO DOPPIAMENTE desolato! Primo, perché non riesco a mantenere il mio appuntamento (e se dovesse succedere ancora non mi scuserò più), secondo perché volevo parlare di un tema che mi avrebbe richiesto un po' di studio ma... non ho fatto i compiti.

E così ripiego su un episodio del Nuovo Testamento in cui un angelo ha un ruolo un po' più rilevante del consueto accenno quasi di sfuggita. San Pietro è stato imprigionato da Erode che vuole ingraziarsi le autorità degli ebrei. Gli Atti degli apostoli si soffermano a descrivere come Pietro fosse accuratamente custodito: nel carcere, in catene, con due piantoni dentro e sentinelle fuori.

Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Alzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. E l'angelo a lui: «Mettiti la cintura e legati i sandali». E così fece. L'angelo disse: «Avvolgiti il mantello, e seguimi!» (At 12,7-8).

Il bello delle narrazioni è che ognuno nota particolari diversi, a seconda della sua sensibilità. A Raffaello era sicuramente piaciuta l'idea di una luce che sfolgora nel buio di una cella in piena notte, e nella Stanza della Segnatura lo rappresenta come un'esplosione di luce (se vuoi godertelo guarda qui, così en passant vi segnalo un sito che mi piace molto).

S. Josemaría notava il toccare sul fianco perché gli ricordava di quando, sacerdote giovane e squattrinato, non aveva i soldi per comprare una sveglia ed era costretto ad affidarsi al suo angelo perché lo svegliasse all'ora giusta. Regolarmente – e nonostante la stanchezza – si svegliava all'ora stabilita con la sensazione che qualcuno l'avesse toccato sul fianco!

Io mi limito a notare il gran numero di indicazioni che dà l'angelo: evidentemente S. Pietro era imbambolato per lo stupore (poche righe dopo ci viene detto che Pietro "rientra in sé"), ma questo modo di fare dell'angelo mi ricorda tanto una mamma.

Molto umanamente san Pietro capisce che è tutto vero solo quando si ritrova da solo in strada: non è un credulone e di fronte a una cosa così aveva pensato di sognare, che non fosse vero. Un particolare da ricordare quando incontriamo cristiani "miracolai": i miracoli esistono, ma non sono la cosa più importante, e alcuni desiderano lo straordinario a tal punto che finiscono per inventarselo.

(Sull'angelo di Pietro ritorno in questo post).
Diario degli angeli - 8
La soluzione alla domanda sui nove interventi angelici nel Vangelo la rimando di una settimana per darvi ancora tempo di pensarci.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Visto che ci hai dato tempo per pensarci su ancora un po'... io ci ho pensato. Parlandone con mio marito, mi sono resa conto che forse il fattore comune ai tre interventi angelici che conti per uno solo, non è l'avere per destinatario San Giuseppe, ma l'avere per scopo la salvezza del Bambino Gesù. Quindi abbiamo:
1) l'angelo che esorta Giuseppe a prendere Maria in sposa
2) l'angelo che annuncia ai pastori la nascita di Gesù
3) riuniti in un unico: i due avvertimenti a Giuseppe (fuga in Egitto e ritorno) e l'avvertimento ai Magi
4) gli angeli che servono Gesù nel deserto
5) l'annuncio della risurrezione
Con i tuoi quattro fanno nove giusti giusti.

L'ultimo che avevo menzionato (quello relativo all'ascensione) non può essere contato perché fa parte degli Atti come quello dell'angelo che libera San Pietro, che tu stesso non hai considerato nell'elenco dei nove.
Aspetto trepidante il prossimo martedì, ma se poi sarà mercoledì o giovedì non ti crucciare, tanto io sono una donna di fede ;-)
Ciao, Cri