NON FACCIO l'insegnante. Cioè, non di mestiere: predicare non è insegnare, confessare non è insegnare. Sicuramente c'è un'affinità e sicuramente... mi piace un sacco! Per questo poi a volte mi capita di entrare in aula. A volte per torturare dei poveri innocenti con la filosofia (che poi è la materia più bella che conosco, e ne parlerei dalla mattina alla sera, ma si vede quando il pubblico non regge), altre volte per qualche lezione di "religione", e lì sì che mi diverto.
Non perché "la religione è il mio forte", ma perché entro in classe al posto della prof di religione (quindi sono un diversivo) e con l'idea chiara che non ho nessuna intenzione di fare "lezione". Penso un'idea che vorrei trasmettere, o una provocazione che vorrei lanciare e poi si vede. Sono un privilegiato, perché i professori hanno un programma da svolgere, io no.
E così succedono cose belle. Il mese scorso mi hanno chiesto di parlare "di mare e di virtù". Ma che razza di tema è? In realtà è quello che mi piace di più: un bel tema improbabile. E poi mica tanto improbabile: Gesù parlava di barche, di reti... Lo confesso, mi sono svegliato una notte pensando: "Tu, mio! Gli parlo del romanzo di Erri de Luca". La cosa buffa è che dopo mi ci è voluta una mezza giornata per ricordarmi quale fosse l'idea geniale di quella notte.
Cerco la citazione. Indecisione: il brano del morso della murena e il senso della sofferenza. Non sarà troppo da grandi per un pubblico di quindici/sedicenni? Decisione salomonica: gli dedico solo dieci minuti della lezione (anche perché avevo già fatto le fotocopie), per il resto ricorro all'apologo della barca che ha bisogno di una deriva, di un timone, delle stelle per orientarsi... (buon suggerimento di don Luca).
Risultato: ci siamo divertiti con il pessimo disegnino della barca alla lavagna... ma alla fine i discorsi aperti sono quelli sul significato della sofferenza (e ora leggono De Luca). Perché la sofferenza entra nelle nostre vite ben prima dei quindici anni. E richiede risposte. Mi aspetto di imparare molto dalle prossime "lezioni".
Nessun commento:
Posta un commento