Flannery O'Connor, Tutti i racconti, vol. II (5/09) *** Dopo la relativa delusione del primo volume, discreta soddisfazione per il secondo. I racconti sono raccolti in ordine cronologico, e si vede! Se volete cimentarvi nella lettura di questa autrice intensa e amante del paradosso tragico, vi consiglio di partire direttamente da qui. La quarta di copertina mi ha influenzato durante tutta la lettura: faceva riferimento all'irruzione del sacro, e mi sembra che sia una buona chiave di interpretazione. L'autrice si cimenta nel dipingere personaggi complessi, contorti, spesso cupi, con una visione della vita tutta loro. Visione che viene puntualmente scossa da qualche evento inopinato, a volte tragico, a volte comico. Chi legge in una prospettiva di fede ci riconosce un intervento provvidenziale, chi non ha questa prospettiva è comunque invitato a riflettere. |
Tom Rob Smith, Bambino 44 (6/09) *** Un thriller molto teso – e un po' crudo dato che si tratta di omicidi di bambini – ambientato nella Russia staliniana. Un maniaco uccide bambini in luoghi molto distanti tra loro, ma in un paese dove la criminalità non esiste per statuto (essendo uno dei malanni portati dal capitalismo, nello stato socialista è impossibile che ci siano criminali) è difficile che qualcuno noti il fenomeno, e ancora più difficile se decide di indagare. Bello non solo per la tensione poliziesca, ma anche per la ricostruzione del clima di terrore creato da Stalin e per la ricchezza dei personaggi. Per chi ama il genere, merita proprio. |
Stephenie Meyer, Twilight (7/09) *** Non potevo esimermi dal mettere il naso in questa saga che è piaciuta tanto alle ragazzine (e non solo). La trama è semplice e, suppongo, ben nota: una sedicenne si innamora perdutamente di un vampiro "buono" (nel senso che lui e la sua "famiglia" si sforzano di non mangiare sangue umano). Lui deve fare sforzi grandissimi per controllarsi con lei, mentre lei vorrebbe diventare come lui. Poi le cose si complicano, appaiono i vampiri cattivi e la storia da sentimentale diventa un po' di azione. Io ci ho visto un apologo di due possibili atteggiamenti nell'amore giovanile: ogni ragazzo è un po' un vampiro, perché ha in sé un forte impulso ad impossessarsi dell'amata in modo prepotente ed egoista, ma solo controllando il suo istinto può vivere un vero amore, senza distruggere l'amata. Questo è ben rappresentato da Edward, il vampiro buono, che combatte fra il desiderio di proteggere Bella e l'impulso a mangiarla. L'altro atteggiamento è quello di chi è disposto, anzi desidera, sacrificare tutto per il proprio amore. Ci vedevo Bella, la ragazza sempre più determinata a fare qualsiasi cosa pur di potersi unire per sempre – e alla pari – al suo Edward. Con questa lettura davo un giudizio perplesso: il romanzo conterrebbe un bell'esempio e un brutto esempio. Poi qualcuno mi ha fatto notare che Bella si potrebbe leggere come desiderio di "amore per sempre", quindi anche lei positiva. Altri però ci vedono una religione senza Dio e una relazione autoreferenziale e asfissiante... Insomma, sospendo il giudizio. Posso solo dire che l'ho trovato piacevole, un po' troppo sdolcinato per i miei gusti. |
Pierre Blanc, Santo Curato d'Ars (7/09) ** Per entrare nel clima dell'anno sacerdotale, una biografia breve e semplice di san Giovanni Maria Vianney. Ottima per chi volesse solo una introduzione facile e veloce, troppo poco per quello che avrei voluto. Oops! Mi accorgo a posteriori di aver confuso questo libro con quello di Joulin. Quanto detto qui vale per quello, riguardo a questo... non ricordo nulla! Mi dispiace, ma non doveva essere un granché. |
Dominique Lapierre, Un arcobaleno nella notte (7/09) **** La storia del Sud Africa, dai primi insediamenti sulla costa meridionale, per approvvigionare le navi di passaggio, continuando con le migrazioni dei boeri, il terribile conflitto anglo-boero, eccetera, fino alla caduta dell'apartheid e il governo Mandela. Lapierre ha l'abilità di rendere viva la storia: si centra su un personaggio, lo rende vivo, e ti fa vivere gli eventi con i suoi occhi. Un vero cronista della storia. Certo, il problema è che su questi argomenti sono di parte, ma direi che è un libro bellissimo e avvincente, che consiglio caldamente di leggere prima di andare a vedere Invictus al cinema. |
Rino Cammilleri, Il crocifisso del samurai (7/09) ** Cammilleri racconta la bellissima storia della ribellione dei contadini cristiani, guidati da alcuni samurai, contro le persecuzioni che stavano subendo. Avvenne nel 1637 e quei contadini, improvvisati guerrieri, tennero testa per mesi all'esercito dell'imperatore. Solo per la storia il romanzo meriterebbe la lettura, peccato però che l'autore non riesce a confezionare un romanzo convincente. Inizia con l'escamotage del vecchietto alla fine dei suoi giorni che vuole riferire una storia che si tramanda di padre in figlio da generazioni: patetico e irreale. Certo gli serve per collegarsi all'altro bell'episodio della storia del cristianesimo giapponese, quando viene riammesso il primo missionario, dopo secoli di chiusura, e finalmente scopre che ci sono comunità cristiane sopravvissute, ma è ugualmente infelice. Poi ci sono diverse scene da film di samurai di seconda qualità: il samurai che afferra una freccia appena scoccata, lo sconfitto che cade tagliato in due mentre il samurai si sta già allontanando (e questo almeno è un omaggio a Kurosawa!). Insomma, gli ho messo due stelle soprattutto per rabbia: una storia così bella meritava una penna migliore. Comunque si fa leggere. |
Michael Giesler, Junia (7/09) ** Romanzo ambientato nella Roma dei primi secoli (secondo? non ricordo), racconta le vicende della giovane Junia, bella e ricca, di una delle famiglie più potenti del momento, che attraverso l'amicizia con una giovane ebrea scopre la fede in Cristo. Dovrà affrontare l'opposizione del padre, che vede minacciata la sua carriera politica, e la persecuzione ufficiale. Mi avevano parlato di questo sacerdote anziano, esperto di patristica, che ha voluto cimentarsi con la narrativa, ambientando i suoi romanzi tra i primi cristiani. Pare che in America abbia avuto un buon successo. Non so come sono i successivi, li ho visti più voluminosi, ma il difetto di questo romanzo è che è troppo sbrigativo. La storia è bella, i personaggi anche, ma si lascia sfuggire situazioni drammatiche che meritavano di essere sviluppate, per andare verso una conclusione addirittura precipitosa. Peccato: non penso che nessuno si prenderà la briga di tradurlo in italiano. (Magari i successivi, chissà...) |
Flannery O'Connor, Il Cielo è dei violenti (8/09) **** Un uomo anziano, pervaso da un cristianesimo profetico con venature di follia, che lo porta a vivere lontano da tutti nella sua casetta di campagna, vive con il nipotino, orfano, che a suo tempo lui ha strappato alle cure dello zio considerato un pericolo per la salvezza dell'anima del piccolo. Alla morte del nonno il ragazzino va a trovare lo zio e si confronta con lui. Il romanzo è di una forza straordinaria perché descrive lo scontro fra tre titani. Il nonno, già morto fin dalla prima pagina del romanzo, è potentemente presente nei ricordi, i suoi insegnamenti, le sue minacce. Lo zio, razionalista e amareggiato, sordo e con un figlio minorato, che ha trascorso tutta la vita in un conflitto interiore tra il suo dichiarato ateismo e la fede invadente di suo padre. Il ragazzino mosso da un disperato bisogno di affermare la sua autonomia benché attratto da entrambi i parenti. Il titolo è appropriato: in questi personaggi si vede che il confronto con la fede è una cosa gigantesca e solo chi è disposto a combattere con tutto il suo essere può arrivare alla fine. Un libro tesissimo, che ha sbaragliato anche tutte le mie perplessità sull'autrice. È una maestra di ritratti difficili e sofferti, capace di descrivere gli angoli più riposti dell'anima nel braccio di ferro che ogni uomo intrattiene con Dio. |
(Il precedente, Letture VII, lo trovi qui)
2 commenti:
Ciao! leggo da poco il tuo blog e ti ringrazio del tuo buon lavoro.
Faccio l'educatore in parrocchia e cerco materiale adatto per gli incontri e per il blog del Gruppo post-cresima, quindi mi sei piuttosto utile...
A proposito di Twilight condivido che sia un po' troppo sdolcinato (peccato veniale, vosto il target e l'uso coinvolgente ma a volte soffocante della prima persona) ma lo trovo molto buono come contenuti. La Meyer riesce a passare valori (MOLTO) positivi senza fare "lezioni" o dire morali ma attraverso le vicende interiori della protagonista. Bella è come tante ragazze di adesso ed è piena di (insopportabili...) difetti: però si impegna a coltivare alcune sue virtù (sincerità, amore per le persone a lei vicine) e grazie a queste riesce a progredire come persona (questo però si "gusta" per lo più leggendo la saga per intero).
Grazie, GIAN, per il riscontro. Non pubblico l'altro tuo commento (troppo laudativo!) anche perché andrebbe messo nell'altro blog.
Mi motivi a tenere le antenne tese per eventuali altre bombe come quella di Jason & Crys. Se non l'hai notato, ti segnalo questo qui.
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