11 novembre 2013

Una poesia di C.S. Lewis

INIZIA IL CONTO ALLA ROVESCIA per il cinquantesimo anniversario della morte di C.S. Lewis, avvenuta il 22 novembre 1963. Non so se se ne parlerà molto, come non se ne parlò granché cinquant'anni fa, perché accadde lo stesso giorno dell'assassinio di JFK.

Per prepararvi all'evento, vi propongo una sua poesia del 1933, un paio di anni dopo la sua conversione.
They tell me, Lord, that when I seem
To be in speech with You,
Since You make no replies, it’s all a dream
—One talker aping two.

And so it is, but not as they
Falsely believe. For I
Seek in myself the things I meant to say,
And lo!, the wells are dry.

Then, seeing me empty, You forsake
The listener’s part, and through
My dumb lips breathe and into utterance wake
The thoughts I never knew.

Therefore You neither need reply
Nor can: for while we seem
Two talking, Thou art one forever; and I
No dreamer, but Thy dream.

Mi dicono, Signore, che se credo
di parlare con Te,
è solo un mio sogno: Tu non rispondi
— farsa di uno che si finge due.

Ed è così, ma non come loro
credono, sbagliando. Perché io
cerco in me le cose da dire,
ma, ahimé, il pozzo è asciutto.

Allora, vedendo il mio vuoto, Tu smetti
di fare chi ascolta, e soffi
dalle mie labbra insicure, e risvegli in parole
pensieri prima sconosciuti.

Perciò non Ti serve risposta
— impossibile: perché pur sembrando
due che parlano, Tu sei eternamente Uno; ed io
non già sognatore, ma il Tuo sogno.


(da Yours, Jack, p. 44)

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