«No, queste esperienze non si possono esprimere a parole, benché tutta l'attività di scrivere altro non sia che un tentativo di fare proprio questo. In un certo senso non siamo in grado di esprimere quasi nulla a parole: solo i colori più semplici hanno un nome e pochissimi odori. I semplici dolori fisici, e più ancora i piaceri, non si possono esprimere con il linguaggio. Vorrei essere chiaro su questo punto per evitare che il maligno possa indurti a pensare che ciò che è inesprimibile sia vago e nebuloso. In realtà sono le cose più chiare, più concrete e più indubitabili che sfuggono al linguaggio: non perché siano loro ad essere vaghe, ma perché lo è il linguaggio. Quello che è facile esprimere a parole è proprio l'astratto — l'idea di "materia" (non mele o tabacco), di "popolazione" (non i bambini concreti), eccetera. Penso che la poesia sia il continuo sforzo di riportare il linguaggio al concreto».Mi sembra una considerazione significativa in questo tempo di preparazione al Natale. Dio che sa di non potersi comunicare a noi adeguatamente con le sole parole della Sacra Scrittura, decide di superare la barriera facendosi uomo. Ed è proprio la Parola di Dio che si incarna!
Lettera a Rhona Bodle, 24/6/1949
Il Vangelo è lo sforzo delle parole degli uomini di raccontare l'incontro con la Parola di Dio. E quanto ad effcacia il risultato è superiore alla migliore poesia, perché gli autori sono aiutati dallo Spirito di Dio: raccontano Dio con l'aiuto di Dio.
L'immagine di apertura l'ho creata con wordle utilizzando le parole dei miei ultimi post. Vi consiglio di provarlo, ma occhio: può diventare una droga!
1 commento:
«No, queste esperienze non si possono esprimere a parole, benché tutta l'attività di scrivere altro non sia che un tentativo di fare proprio questo."
E' vero.
Ma spesso scrivere, aiuta a chiarire la nebulosa dei pensieri, è un modo per farli più propri, renderli quasi più veri, oggettivandoli sulla carta.
E quindi , in questo modo, conservandoli anche.
E infatti, La Sacra Scrittura, appunto.
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