24 febbraio 2009

Sui saluti

RICORDAVO VAGAMENTE i saluti nella lingua Shona: mangwanani al mattino, maskati al pomeriggio, manheru alla sera, ma poi seguiva tutto uno scambio di battute che non ricordavo più.

Mi è tornato in mente durante il giro che ho fatto con fr. Richard. Arriviamo alla parrocchia di Mabwuko e mi mostra la loro scuola: una cinquantina di bambini in tre classi, i più piccoli imparano a scrivere, gli intermedi imparano a contare, i grandi imparano l'inglese. La prima in cui ci affacciamo è quella di inglese. L'insegnante, un giovane confratello di Richard, ma non sacerdote, fa alzare in piedi i bambini e Richard, che conosce le usanze, inizia:

—Good morning!
Risposta in coro:
—Gooood mooorning. How aaare yoou?
e lui sta al gioco:
—I'm fine, thank you. And how are you?
altra risposta corale:
—I'm fiiine!

La scena si è ripetuta in ognuna delle classi dove siamo entrati – e fin qui niente di strano – ma anche con ognuna delle persone che abbiamo incontrato. Mi ha spiegato che loro sono abituati così e che se uno si limita a un mornin' o peggio ancora Hi e poi entra subito in argomento, provoca lo sconcerto degli interlocutori che iniziano a chiedersi perché sei arrabbiato e se per caso ne abbiano colpa loro.

Nei giorni successivi ho verificato: i neri che lavorano con i bianchi sono abituati ai loro modi sbrigativi, ma se li salutavo "come si deve", cioè con tutta la tiritera, allora si illuminavano, era tutta un'altra cosa.

Dopo diverse conferme, mi sono ricordato di quei saluti in lingua Shona che avevo imparato tanti anni fa, con tutte le loro elaborate sequele, e ho capito! La tiritera a cui tengono tanto è la traduzione meno peggio dei loro saluti tradizionali. Se in Shona è maleducato limitarsi a dire "buon giorno" lo sarà anche se usiamo l'inglese o qualsiasi eventuale altra lingua.

Tornato in Italia mi sono tolto lo sfizio di ripassarmi le formule che un tempo sapevo (Viva internet!). Assaporate un po' di suoni africani:

Mangwanani (buon giorno)
Mangwanani. Marara sei? (Buon giorno. Come hai dormito?)
Tarara mararao? (Ho dormito, tu come hai dormito?)
Tarara (Ho dormito).

Al pomeriggio (maskati) e alla sera (manheru) ti chiedono come è andata la giornata (maswera sei?) è, ovviamente, la risposta è che "è andata" e a te come è andata? ecc..

5 commenti:

Yves ha detto...

Pazzesco!
Mabwuko è agli antipodi, non geografici ma culturali, di Milano.
Se a Milano entri in un bar e dici "grazie" quando ti porgono la tazzina del caffè, 99 volte su 100 non rispondono nulla [l'1 su cento che dice "prego" di solito è cinese ;-) ]
Come a dire: "Ecco, ti ho fatto il caffè, adesso però non è che posso passare la giornata a contartela su".

Viva Mabwuko!!!

Aurelio/ OrsoBruno

Anonimo ha detto...

Leggendoti ho pensato che nel mondo del giorno d'oggi, la gente pensa che se gli chiedi: "come va", o "come stai" ecc, sia solo per un proforma, una ipocrisia!
Si è persa quella gentilezza che anche da noi c'era,quando si correva di meno, ma si viveva di più! ;-)

Vorrei rassicurare Orso bruno, non è solo a Milano, capita un po' dovunque!:-(

Ciao, R

Anonimo ha detto...

Hai mai notato la reazione più calorosa che puoi provocare salutando con "buona giornata" invece che con "buongiorno"?
Il secondo è diventato talmente meccanico che non si bada più al significato. Almeno gli adulti, per i bambini ancora vale.

Anonimo ha detto...

Mi suggeriscono da dietro le quinte che avviene anche dicendo "buona serata" invece di "buonasera". Tra l'altro "serata" evoca un lasso di tempo più prolungato rispetto alla parola "sera".

Don Mario ha detto...

Ogni mattina porto il Santissimo nella cappella della scuola (e ogni sera lo ritiro) e mi imbatto regolarmente con le signore delle pulizie. Saluti assonnati e brevi, anche perché non mi piace chiacchierare quando porto con me il Signore.

Giusto ieri, invece del solito "Buongiorno", mi è venuto da dire "Buona giornata" e, come nota anonimok, la risposta è stata diversa, come se avessi fatto un augurio speciale.